Perché la calligrafia non deve morire spiega oggi Nòva del Sole 24 Ore. E lo chiede alla star italiana dei calligrafi, Luca Barcellona, che stamattina ha tenuto il suo intervento su calligrafia e creatività al Festival della mente di Sarzana.
Non deve morire perché “la forma delle lettere e il loro intreccio è a tutti gli effetti una forma d’arte” ma anche di altissimo artigianato, che si nasconde dietro le quinte di molti prodotti e professioni contemporanee.
Che alcune cose vengano meglio alla tastiera e altre meglio con la penna in mano è un’esperienza quotidiana di molti di noi, ma ora ce lo confermano anche i neurofisiologi: scrivere a mano attiva molte più aree cerebrali ed è quindi un’attività fondamentale per la creatività e l’apprendimento. Per approfondire, ecco un recentissimo articolo su The Next Web: The future of handwriting.
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#scriviamoamano (pubblicamente)
Le stesse parole, eternamente diverse
[…] La calligrafia, viva e vegeta […]
ritrovo in questi post sulla calligrafia convinzioni profonde che ho maturato, da completa autodidatta, leggendo in qua e in là su web e libri… uso il pc tutti i giorni da oltre vent’anni ma quando devo “buttare giù un’idea” (su qualsiasi cosa) quindi in qualche modo creare, devo prendere in mano carta e penna. e quante emozioni stanno dietro ogni singola lettera scritta a mano…