Ad agosto ho fatto la cura slow reading di cui spero di portarmi dietro gli effetti per un bel po’. Sulla carta, sul web, sul tablet e sull’ereader mi sono impegnata a rallentare i miei ritmi di lettura, a non vagare con gli occhi come una matta e a rigustare il piacere di soffermarmi e magari tornare indietro. Ne avevo un maledetto bisogno perché facevo ormai troppe letture frenetiche e infelici. Non solo sul web e per lavoro, ma anche sulla carta, anche con la narrativa.
Il nostro cervello si abitua subito ai cambiamenti – nel bene e nel male – e il mio si era ormai settato sul ritmo Fast.
Scrivendo, sono sempre stata molto curiosa sui meccanismi della lettura, sia documentandomi, sia osservando quello che succede a me. Ed è proprio nell’ambito della lettura che ci sono stati i maggiori cambiamenti, ancor più che nella scrittura.
Leggere da uno schermo, anzi ormai dagli schermi, cambia tutto. La lettura diventa prima di tutto esplorazione. Veloce, spasmodica, vorace. A volte va bene, a volte per niente.
Nell’ambito professionale è ormai una realtà e una necessità. Da autori – copy, editor, web e information designer – dobbiamo tenerne conto, assecondarla, e creare testi e pagine che aiutino l’utente a muoversi al loro interno, trovare quello che gli interessa già a colpo d’occhio, leggerlo con facilità e piacevolezza.
Per fortuna oggi sulla lettura sappiamo tantissime cose. Una delle fonti sono le ricerche di eye tracking, che osservano l’andamento degli occhi e la navigazione degli utenti. Tra le più note quelle di Jakob Nielsen, guru della web usability, compendiate ora nel documento How people read on the web.
L’ho letto e ho preso i miei appunti, che ora condivido con voi sul Mestiere di Scrivere: Sul web così si legge, così si scrive (dati alla mano).
Su questo blog leggi anche:
Continuare a danzare con i testi
Non ricordo come sono arrivata a scoprire questo blog, ma sono felice di esservi incappata! Ogni articolo è una fonte preziosa di suggerimenti, notizie che aprono riflessioni su altre conoscenze a volte mal sedimentate o dimenticate. Mi trovo spesso a condividere percorsi mentali di cui ero inconsapevole e questo mi sorprende ogni volta leggendo gli articoli di Luisa Carrada. Grazie di questo bellissimo lavoro e dei libri suggeriti.
Interessantissimo, ho letto anche gli appunti! Ma avendo poco tempo, ed essendo il testo abbastanza lungo, mi sono reso conto che la mia lettura è stata… “a forma di F”! 🙂