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19 Agosto 2013

La punteggiatura, te la faccio vedere io!

Questo è il punto. Istruzioni per l’uso della punteggiatura di Francesca Serafini mi guardava da mesi in cima alla torre in cui l’avevo collocato per sottolinearne la priorità di lettura. Avevo letto solo ottime recensioni e inoltre conoscevo l’autrice fin dai tempi dei due bei volumi Punteggiatura, pubblicati dalla Scuola Holden e ora purtroppo introvabili.
Non so se a trattenermi sia stata l’austera copertina o il perentorio “istruzioni per l’uso”, fatto sta che ho dovuto aspettare una giornata agostana tranquilla per scoprire un libro terribilmente brillante e visivo (anche se non contiene figure), che racconta i segni interpuntivi come altrettanti personaggi. Eccone uno, la virgola:

La virgola è – si passi questa definizione – il segno interpuntivo più femminile di tutti, perché, come le donne, si fa carico dell’ordinario (mandare avanti il discorso) e dello straordinario (quando svolge altre funzioni, come gli incisi, per esempio) senza mai prendersi la scena. Senza gridare, come il punto esclamativo; senza manie di protagonismo, come gli altri punti, quando sgomitano, nello stile di qualche autore, per ricoprire un ruolo più adatto ad altri segni.

Eppure la biografia dell’autrice una pulce nell’orecchio avrebbe dovuto mettermela: oltre che editor letteraria, Francesca Serafini è la sceneggiatrice di fiction e serie televisive di successo, tra le quali una che ho amato molto come La Squadra. Difficile che si imbarcasse in una trattazione accademica.
E infatti lo stile è diretto e colloquiale fin dalla raccomandazione iniziale, rubata al personaggio di un racconto di Cechov: “Non basta che i segni di interpunzione li poniate correttamente… non basta! Bisogna porli consapevolmente!” Difficile interrompere quando senti una voce che ti parla e che applica con sapienza tutti gli accorgimenti per tenerti lì fino alla fine.

Leggi e vedi cose, immagini montate una dietro l’altra con un ritmo che ti tiene ma non ti stanca. Il videogioco della grammatica con i suoi livelli progressivi dal lessico alla sintassi. O l’immagine della punteggiatura-cloche:

Usare le parole è come prendere un aereo per arrivare da una destinazione all’altra. La sintassi però è la cabina di comando. È la macchina (l’aereo), più l’estro e la tecnica dell’uomo. Cambi di marcia, rapide accelerazioni, rallentamenti: tutte manovre legate ai movimenti della cloche – la barra di comando – che, nella scrittura, è rappresentata proprio dalla punteggiatura.

Di immagini così, che non dimentichi più, ce ne sono tante, ma quella che mi ha conquistata riguarda la funzione connettiva dei segni interpuntivi, che spesso possono essere usati al posto delle congiunzioni. È una funzione che ho riconosciuto molto mia, perché io cerco proprio di usare le congiunzioni il meno possibile. Ne ero vagamente consapevole, ora lo sono pienamente. Ecco come i diversi segni sono paragonati a gradini di diverse altezze:

Se ci pensate, il segno interpuntivo sembra un gradino per caricare il saltello che ci sposta da un significato all’altro. Quel gradino può essere alto, come nel caso del punto, in modo che non si riesca vedere di là da quello e il ribaltamento di senso ci sorprenda (“Non vado mai in discoteca. Stasera farò un’eccezione”). O può essere più basso, come nel caso del punto e virgola (“Non vado mai in discoteca; stasera farò un’eccezione”), cosicché il lettore si possa preparare a quello che lo aspetta oltre il salto, per quanto ancora incerto degli sviluppi. Oppure, ancora, il caso dei due punti (“Non vado mai in discoteca: stasera farò un’eccezione”), il gradino può essere sottile quanto la soglia di una porta già spalancata per il lettore verso l’ultimo significato che acquisirà il periodo completo.

Purché consapevoli, possiamo fare con la punteggiatura quasi tutto quello che vogliamo, e l’autrice ce ne fornisce innumerevoli esempi, da Leopardi a Gadda, fino agli autori nostri contemporanei, ai fumetti, alle sceneggiature. Ma non perde mai di vista il “comune scrivente” che troverà nel cuore del libro tutti i consigli per scrivere in modo chiaro ed efficace i suoi testi quotidiani: quando uso le virgolette alte, quando quelle basse? E lo slash, che significa? Posso usare due volte i due punti nello stesso periodo? Quanti sono i puntini di sospensione? Quando si usa il punto e virgola? Meglio i trattini o le parentesi? Si può mettere la virgola prima della e?
Risposte utili, convincenti e brillanti. Come tutto il libro, dalla prima all’ultima pagina.

Su questo blog leggi anche:

Punteggiatura: la festa allo spazio

L’inciso in primo piano

Due volte due punti

Una virgola non è un sospiro

Il superpunto

Virgole e manie

Per il neo-crusc che è in noi

Segni di gioia

Il segno che vorrei

0 risposte a “La punteggiatura, te la faccio vedere io!”

  1. Gentilissima Luisa grazie per il post preziosissimo come sempre. Sto sperimentando un blog personale per la prima volta e i tuoi consigli sono una manna. Ho anche ordinato il tuo libro Zanichelli ma Agosto e l’efficenza…
    Dico questo perchè manco di preparazione scolastica “superiore”, pur essendo un lettore forte, e all’alba dei miei cinquant’anni il blog, per scombinato che sia, e’ un grosso stimolo. Grazie ancora.

  2. Bellissimo post! Ho letto tutto d’un fiato perché non solo hai scritto la recensione del libro riportando alcuni esempi ma, tu stessa, hai mostrato massima correttezza nell’uso della punteggiatura; come sempre.

    • Andrea,

      il libro ti piacerà di sicuro.
      Quanto alla tua domanda, penso che alcune regole valgano più o meno anche per altre lingue, altre no. Ma qui ci vorrebbe un’esperta vera e non una praticona come me…

      Luisa

  3. Cara Luisa,
    mi imbatto ora in questo suo bellissimo pezzo e volevo ringraziarla per tutta questa attenzione.
    Molti cari saluti,
    Francesca

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