“Scrivere bene significa anche leggere bene, non solo comprendendo parole e frasi, ma cogliendo le sfumature e le implicazioni del discorso e, eventualmente. l’intento persuasivo dell’autore. In ogni caso, non è solo una questione di addetti ai lavori. Qualche tempo fa, nel Corriere della Sera, Paolo Di Stefano – deplorando i politici, che si lasciano andare troppo corrivamente all’incontrollato improperio – osservava: ‘la capacità di argomentare con pensieri lucidi veicolati da frasi sintatticamente evolute è una parte essenziale del loro dovere pubblico’.
Sottoscrivo e rilancio, in due direzioni. Quanto al mezzo, quel che vale per il parlato (e per il parlato proiettato sulla rete: Facebook, Twitter ecc.) vale a maggior ragione per lo scritto. Quanto ai destinatari, lo stesso auspicio andrebbe esteso a molte altre categorie professionali: dai magistrati agli insegnanti, dai medici agli economisti. E c’è da fare appello anche a un dovere privato, individuale, che può riguardare ciascuno di noi: almeno se vogliamo imparare a difendere le nostre ragioni, rendendole ben strutturate e chiare prima di tutto a noi stessi.”
Comincia così Leggere, scrivere, argomentare, l’ultimo libro di Luca Serianni da mesi in testa alla classifica Linguistica di IBS. Ora che ho cominciato a leggerlo capisco perché. È un libro prezioso perché ribalta la prospettiva della maggior parte dei libri sulla scrittura, soprattutto quelli scritti da accademici.
Serianni non parte dalla teoria, dalla norma, per poi illustrarle con esempi. Parte da testi “ben scritti”, li smonta sotto i nostri occhi fin nei minimi dettagli, li rigira come un pedalino come diciamo a Roma, per farci capire perché funzionano così bene e poi ci propone una serie di esercizi di allenamento.
Sono testi contemporanei di scrittura giornalistica, saggistica, divulgazione, cronaca. Scelti e analizzati per insegnanti e studenti delle scuole superiori, ma utili a tutti.
Detta così, sembra un po’ una pizza, un libro da studiare, di quelli da mettere da parte per l’autunno. Invece è gustoso e a tratti divertente, perché Serianni ci conduce con leggerezza fin dentro le pieghe del testo e ci ridà il gusto dell’immersione, della lettura profonda, ora che siamo abituati soprattutto a solcarne velocemente la superficie.
PS È un libro da centellinare e io sono proprio all’inizio, anche se di spunti ne ho già avuti moltissimi. Se volete saperne di più, ecco un’intervista a Luca Serianni sul sito della trasmissione di Radiotre La lingua batte.
Perfetto, sempre il solito Quintliano era limpido (*_))
… ops: “soprattutto quando quelli scritti da accademici” — forse la rilettura è stata troppo veloce? Sarà stato “soprattutto quelli scritti da accademici”, oppure “soprattutto quando sono quelli scritti da accademici”? Preferisco la prima, ma do questo commento come spunto per rammentare che ciò che si scrive può sfuggire anche all’autore, in certi casi. E senza nessuna malizia, dato che mi trovo d’accordo su quasi tutto. Buon inizio settimana!
[…] di titolazioni articolato, con una grafica sofisticata. Oppure con molti rimandi interni; Leggere, scrivere, argomentare di Luca Serianni è uno di questi e rimpiango non di avere comprato l’edizione cartacea. […]