“No, forse ho capito. La perfezione non è una somma di dettagli perfetti. È un equilibrio di milioni, miliardi di imperfezioni. Ecco cos’è. Miliardi di buchi, smagliature, errori, che tutti insieme – nessuno capisce bene come – finiscono per comporre un mosaico perfetto. Dio solo sa come questo sia possibile: d’altra parte è riuscito a creare un mondo schifosamente imperfetto, bacato, che però, guarda caso, ancora sta in piedi. Un equilibrio di imperfezioni, ecco cos’è la vita. L’universo. Un’armonia di sbavature. Ed ecco allora il paradosso: accettare l’imperfezione, assecondarla, è forse l’unica strada per trovare la perfezione.
Ma forse non dovrei più chiamarla così. Bisogna cambiare parola, sì: non più perfezione ma, che ne so, unicità. Eccezione. O magari… felicità?”
È la conclusione cui giunge Maikol, il primo personaggio che incontriamo in Stasera mi butto, il romanzo di Giovanna Cosenza uscito da un mesetto. Se ho scelto Maikol è perché mi sono resa conto che mi era il più simpatico. Trentaquattrenne maschio palestrato, salutista, amante della salsa quanto degli sport estremi, con una sua bizzarra cultura.
La scelta in realtà era ampia, perché Stasera mi butto è un romanzo corale, con ragazzine blogger, giornaliste, maschi rampanti e spacconi ma in fondo insicuri, una sveglia bambina di quattro anni e persino una cagnolina. Come quei bei film di Altman pieni di personaggi che entrano ed escono, intrecciano le loro vite anche per un solo istante, e poi alla fine tutto torna. L’affresco si compone.
Io Maikol e gli altri li conoscevo già da qualche anno, perché questo romanzo l’ho visto nascere, crescere, aspettare e poi esordire nelle sue quasi 300 pagine e 33 capitoli con colonna sonora. Eppure l’ho riletto d’un fiato, come se lo leggessi per la prima volta.
Giovanna – la chiamiamo così, solo con il nome di battesimo come uno dei suoi personaggi, non solo perché è una mia carissima amica, ma perché so che tanti di voi la seguono da anni sul suo blog Dis.amb.iguando – smette i panni di arguta prof. che smonta impietosamente spot e discorsi dei nostri politici e si mette quelli della narratrice. Ma è come se rovesciasse il vestito, anzi se ci rivelasse all’improvviso che il suo è un vestito double-face. La materia è la stessa: Bologna, la comunicazione, i blog, la tivvú, il web, la scrittura, il trans-age, più qualche sua meno nota passione come il ballo.
Ma questa volta ci parla direttamente di noi e di questi strani tempi in cui sembra che possiamo conoscere tutto e invece conosciamo così poco di noi. Delle nostre debolezze e delle nostre paure, soprattutto della nostra paura di buttarci, rischiare ed amare. Eh sì, perché in Stasera mi butto c’è anche una bella e sorprendente storia d’amore. Come in ogni romanzo che si rispetti. Anche quelli delle prof. argute e occhialute.
Una recensione così appassionata non può che generare la curiosità di leggere il libro di Giovanna Cosenza. Posso pubblicarlo su Itali@Magazine?
Grazie, Luisa. Per averlo letto. Per avermi incoraggiata. E per aver scritto questo splendido post. 🙂
dato che siete brave , molto brave , che ci fanno gli unici due aggettivi occhialuta e arguta rivolti ad una stereotipata prof?? boh
L’apparenza inganna. Giovanna è bellissima proprio per la sua occhialutagine che dissimula l’argutezza, altro che stereotipi da prof del liceo.
[…] alcune mailing list, e la puoi leggere qui di seguito; la seconda è di Luisa Carrada, e la trovi sul suo blog. Grazie Till, grazie […]
Confermo. L’apparenza inganna, tanto quanto la superficialità degli stereotipi 😉