L’artista svizzero Paul Klee ha lasciato quasi 10.000 opere.
Per me è un po’ come il Georges Simenon della pittura: talmente prolifico che per quanto tu possa aver visto e rivisto le sue opere ce ne sono ancora tantissime che non conosci e che ti aspettano. E questo ti consola.
Così, due giorni fa, sono stata felice di reincontrarlo. Questa volta però a casa sua, al Zentrum Paul Klee di Berna, creazione di Renzo Piano che ricorda molto l’Auditorium Parco della Musica di Roma. Tre strani animali fantastici, ma in mezzo alla campagna.
Quando sei a tu per tu con le opere di Klee hai sempre la sensazione di immergerti in un luogo profondo, lontano, silenzioso, ma che – lo sai, lo senti – ti appartiene. Quale sia quel luogo, è lui stesso a dircelo nei suoi diari:
“Quale artista non vorrebbe abitare là dove l’organo centrale del tempo e dello spazio- non importa se si chiami cervello o cuore – determina tutte le funzioni? Nel grembo della natura, nel fondo primitivo della creazione, dove è riposta la chiave segreta del tutto?”
Grembo della natura, cervello o cuore, quel luogo è anche dentro di noi. Un luogo del sogno, della creatività, della fantasia. Il nostro fluttua e solo raramente, in momenti particolarmente lucidi o felici, ne abbiamo degli sprazzi. Paul Klee ci viveva, gli dava forma, lo reinventava continuamente e lo rivelava su tele, cartoni, buste, pezzetti di carta.
Quel che ho scoperto nel silenzio delle sale immense del museo di Berna è, ancora una volta, quanto ci facesse vivere anche le parole.
Ma come sono diverse da quelle dei futuristi le sue poesie visive!
“Una volta che il grigio emerge dalla notte…” emerge sotto i nostri occhi come un’architettura di lettere, compressa ma vibrante di luce, silenziosa, ma piena di ritmo.
A volte le lettere si stanno ancora cercando, vagano sperdute sulla pagina. Ma qualcosa prende forma e annuncia: “È l’inizio di una poesia”:
L’inizio? Sì, solo l’inizio. Non siamo in un libro, ma nel grembo della natura, nel fondo primitivo della creazione, sul foglio di un artista.
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Sei sempre bravissima e quando scrivi di arte, superi te stessa.
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[…] delle cose più belle che ho ri-visto la settimana scorsa al Zentrum Paul Klee di Berna sono alcune pagine del diario che l’artista svizzero tenne per tutta la vita, dalla scoperta […]
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