Prima di scrivere occorre documentarsi su tutto e sempre: le date, i nomi, i titoli. Poi si può iniziare, sapendo però che il cammino per arrivare a un testo appena accettabile è lungo e tortuoso. Parti dal poco, basta una piccola idea, ma netta, precisa, che s’accampi sulla pagina. Su quella bava di ragno potrai sviluppare la ragnatela delle parole. Togli tutti gli affari in ente, prediligi l’aggettivo nitido e lavora di bulino soprattutto sui verbi. Limare non significa cambiare l’impostazione generale, bensì rendere ogni frase il più possibile coerente con il tutto.
Così Italo Calvino raccontava come scriveva i risvolti di copertina dei libri Einaudi, e in miniatura c’è tutto il processo della scrittura.
E testi in miniatura sono gli stessi risvolti, cui si sono dedicati con passione alcuni dei nostri maggiori scrittori, come racconta Silvia Frattini in Comunicare il libro dalla quarta al web, da cui ho tratto il bel testo di Calvino.
Così ho scoperto che il risvolto, cioè le “alette” ripiegate che prolungano la copertina, sono un’idea relativamente recente. Nel 1951 fu Elio Vittorini a suggerirla a Italo Calvino, giovane redattore da Einaudi, che di risvolti ne scrisse moltissimi “come delle lettere ad amici”. Altrettanti ne scrisse Sciascia da Sellerio con un’enorme stilografica d’oro, e oltre 1.000 Roberto Calasso alla Adelphi, con lo stesso spirito amicale di Calvino:
In quella angusta gabbia retorica, meno fascinosa ma altrettanto severa di quella di un sonetto, si tratta di dire poche parole efficaci, come quando si presenta un amico a un amico.
L’ha ribloggato su My Scrapbooke ha commentato:
Il reblog di oggi è un consiglio di lettura da Il blog del mestiere di scrivere.
Luisa Carrada dà sempre consigli interessanti.
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