Cambiare la scuola. Non ci vogliono sempre tantissimi soldi, né tantissimo tempo. Lo dimostrano i paesi che ci riescono, come racconta Annamaria Testa in uno dei suoi ultimi articoli su Internazionale: La scuola del Duemila.
Tutto questo mi è tornato in mente stamattina, quando mi sono scaricata Design Thinking for Educators, realizzato e messo a disposizione dai bravissimi di IDEO, che aiutano le aziende di tutto il mondo a innovare pensando come se fossero uno studio di design. Ma il metodo va benissimo anche per la scuola, e questo ebook, o meglio quaderno di lavoro, lo dimostra:
Il design thinking è un atto creativo. Per gli insegnanti, creare un ambiente di apprendimento è un’arte al tempo stesso riflessiva e intenzionale.
Se vogliamo cambiare la scuola e il modo di imparare, per renderli più importanti, efficaci e godibili per tutti, gli insegnanti devono diventare liberi professionisti del design e ridisegnare i “sistemi” della scuola e la scuola stessa.
Design Thinking for Educators offre loro moltissimi spunti, ma li offre anche a chi fa formazione e consulenza, o ha di fronte un problema da risolvere e vuole percorrere una strada diversa. Il percorso, che coincide con l’indice, è:
SCOPERTA > INTERPRETAZIONE > IDEAZIONE > SPERIMENTAZIONE > EVOLUZIONE
Su questo blog leggi anche:
Piantatela di rubarci i sogni!
quale sarabbe la forma giusta nelle vaghe o nel vaghe movenze. grazie
Leggo con interesse quanto proponi, così come commento NeU di Annamaria Testa, in particolare per ciò che riguarda la scuola e l’università. Tutte le iniziative che riguardano un differente e miglior approccio educativo ben vengano. Comunque, in Italia, abbiamo una lunga tradizione di eccellenze, soprattutto in Emilia e in Lombardia.
Un esempio “a caso”
http://www.casadelsoleonline.it/template.php?pag=4004
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