Per tutto il 2012 ho tenuto attaccato sul muro di fronte al mio pc il pezzo di Massimo Gramellini A svegliarci saranno i sogni. Per il 2013 il mio viatico penso sarà il lungo pezzo di Beppe Severgnini sulla Lettura del Corriere della Sera: Elogio della precisione.
Già, la precisione. Una virtù che gli editor non dovrebbero mai smettere di coltivare. Quando diventa disciplina aiuta in ogni campo della vita.
Copio solo questo brano e vi invito alla lettura integrale dell’articolo:
Italo Calvino dedica alla «Esattezza» la terza delle sue Lezioni americane (preparate per l’università di Harvard nel 1985, pubblicate nel 1988). Parte da Giacomo Leopardi, e ricorda che, quando definisce il concetto di «vago», il poeta dell’Infinito era preciso («Le parole lontano, antico, e simili sono poeticissime e piacevoli, perché destano idee vaste, e indefinite», Zibaldone, 25 settembre 1821). Calvino, nella stessa lezione, cita anche Roland Barthes e Robert Musil, due tra gli scrittori che più hanno coltivato la precisione. L’uomo senza qualità un talento ce l’aveva di sicuro: decrittare la vita intorno a lui. Voi direte: perché tutto questo dovrebbe importarci? In questo incerto e insolito 2013 — dopo ventisei anni tornano quattro cifre diverse tra loro — non dovremmo occuparci invece del lavoro che non c’è, soprattutto per i più giovani? Non dovremmo pensare alla politica, tentata da catastrofici ritorni al passato? La precisione — obietterà qualcuno — è un dolce di lusso, meglio pensare al pane quotidiano. Be’, si sbaglia: la precisione è la farina, senza la quale non si ottiene né pane né dolci.
A me, editor, ricorda molto questo, tratto da The subversive copyeditor, di Carol Fisher Saller:
Ma poi, importa tanto un accento? Importa, sì, importa. Perché in un testo errori formali, imprecisioni e incoerenze minano l’autorevolezza dell’autore, distraggono e confondono il lettore, e si riflettono sulla percezione e la reputazione dell’azienda o del giornale per cui scrive. Con il suo lavoro, il copy editor crea o rafforza una relazione con il lettore che si basa sulla fiducia. Fiducia che nasce anche dalla piacevolezza e fluidità del testo, dal passare con leggerezza di idea in idea, di immagine in immagine, senza rallentare o fermarsi ogni momento a un semaforo rosso.
[…] Qui il link al post sul blog del Mestiere di scrivere. […]
Bellissimo! La precisione è una delle mie ossessioni/passioni. A volte, quando scrivo un post nelle ore notturne, dopo una giornata di lavoro, magari per stanchezza o per la pigrizia di non ricorrere al correttore ortografico, mi capita di commettere qualche errore.
E quando un lettore me lo fa notare, mi brucia moltissimo! Perchè io sono il primo a rompere le scatole a chi mi sta intorno sull’ortografia e sugli accenti, ma anche sulla spaziatura dei punti elenco o sulla centratura di figure e tabelle o altro ancora. Ma gli errori servono anche a ricordarci che nulla è acquisito e che l’allenamento all’attenzione è simile a quello di un atleta, che deve ripetere i suoi gesti ogni giorno se vuole mantenere la forma.
Bellissima questa notazione di Severgnini “…le donne e gli uomini precisi sono romantici”
Benvenuti nel club (*_))