Va assolutamente letto lo speciale di apertura della Lettura del Corriere della Sera di ieri, dedicato ai Nuovi analfabeti.
Per capire, al di là degli allarmismi e della colpevolizzazione di rete e tablet ormai di rito, in quali contesti la semplificazione del linguaggio è d’obbligo e in quali invece può essere piena di insidie.
Che siate comunicatori pubblici, editor aziendali o insegnanti, e questi temi vi interessano, vi raccomando la lettura di un libro illuminante: Proust e il calamaro, di Maryanne Wolf, di cui non dimentico mai questo brano:
Dobbiamo insegnare ai nostri bambini a essere bitestuali o multitestuali, cioè capaci di leggere e analizzare i testi in modo flessibile in modi diversi, con istruzioni più ponderate, a ogni stadio di sviluppo, sugli aspetti inferenziali, impegnativi, di ogni testo. Insegnare ai bambini a scoprire il mondo invisibile che si nasconde nelle parole scritte… Temo che molti nostri figli rischino di diventare proprio ciò da cui Socrate ci aveva messi in guardia – una società di decodificatori di informazioni, la cui falsa impressione di conoscenza li distrae dall’impegnarsi a valorizzare fino in fondo il loro potenziale intellettuale. Ma non è detto che avvenga, se li istruiremo bene.
Se li istruiremo bene, appunto.
Sul MdS leggi anche:
Alzare l’asticella dei concetti, abbassare quella del linguaggio
E su questo blog:
Ricevere i suoi aggiornamenti del blog è sempre un piacere. Tanti spunti di riflessione utili anche per chi non scrive per mestiere.Grazie.
Avevo già letto su “nuovo e utile” e riporto il commento.
“Desidero sottolineare che i giornalisti (?) televisivi hanno una responsabilità veicolando una lingua in cui congiuntivi, accenti e altri PEZZI dell’italiano si sfaldano quotidianamente” (*_))
La lingua riflette la società che la usa. L’impoverimento dei “linguaggi” dei bambini è lo specchio di una società povera culturalmente. Stanti così le cose, quegli stessi bambini -da adulti- potrebbero non essere più in grado di capire la poesia, leggere il sarcasmo e l’ironia o modificare il modo di parlare in base al proprio interlocutore, fino ad un totale intorpidimento di espressioni e… di pensieri.
Bellissimo articolo! Grazie
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