Quando prendi in mano uno dei libretti della collana Scritture Creative della Zanichelli non sai bene se si tratta di un libro da leggere o di un taccuino per scriverci su.
Sono libri da leggere, ma l’invito alla scrittura lo percepisci al tatto e allo sguardo. Neri, con la copertina rigida, il segnalibro di stoffa e le pagine color seppia, somigliano in tutto e per tutto a un taccuino Moleskina, ma ogni titolo si accende di un colore forte: fucsia, rosso, arancio, azzurro, verde acido.Tradizione e modernità, passato e futuro, lettura e scrittura in queste Scritture Creative si intrecciano in un gioco di rimandi continui.
Dei cinque titoli usciti finora ne ho letti due – Scrivere nella rete e Scrivere giorno dopo giorno – e il taglio mi sembra questo: i nuovi media stanno moltiplicando le opportunità di esprimersi attraverso la scrittura, ma tanta abbondanza ha radici antiche; riscoprirle ci proietta verso il futuro della scrittura molto più consapevoli e attrezzati.
Vi basti pensare che Scrivere nella rete parte dalla casa-studio di Goethe, metafora settecentesca nei nostri ambienti virtuali di oggi: a ogni stanza la sua funzione e la sua ora del giorno. Goethe passava con disinvoltura dall’una all’altra come facciamo noi tra Twitter, Facebook, il sito e il blog. Ogni ambiente è raccontato attraverso scrittori del passato e scrittori contemporanei, o tutti insieme, come nel caso della versione email dei Dolori del giovane Werther o delle edizioni “ricinguettate” di grandi classici.
Alla fine di ogni capitolo ci sono gli esercizi per sperimentare le nuove scritture sotto il proprio nume tutelare, e allenarsi sui testi brevi per assecondare la natura combinatoria del web.
Scrivere giorno dopo giorno è dedicato ai diari. Ogni capitolo un genere diaristico diverso, e davvero non pensavo ce ne fossero così tanti:
- il diario-processo di Pavese e Tolstoj
- le annotazioni spontanee e la scoperta dell’io di Kafka
- il taccuino anarchico di Gottfried Benn
- l’agenda di E.T.A. Hoffmann
- la cronaca minimale di Goethe
- il diario ascetico di Novalis
- la cronaca pedante di Thomas Mann
- il diario di lavoro di Bertolt Brecht
- l’operazione verità di J.J. Rousseau
- la lista personale di Susan Sontag
- il diario sentimentale della giovane Romy Schneider e del vecchio Max Frisch
- i protocolli onirici di Theodor Adorno
- l’arsenale delle idee di Camus e Baudelaire
- il diario di lettura di Jochen Schmidt
- il diario sociale dei fratelli Goncourt e di Virginia Woolf
- i diari in pubblico degli scrittori contemporanei come Giuseppe Caliceti.
Brani dai diari ed esercizi di scrittura ci guidano a trovare il genere che fa per noi e a sfuggire le insidie dell’autoreferenzialità e dello sfogo fine a se stesso.
Io mi sono riconosciuta soprattutto nel diario sentimentale e in quello dei sogni. Annoto da quando ero adolescente le mie scorribande notturne, ma chiamarle ora “protocolli onirici” mi fa tutto un altro effetto.
Bene, ora passo a Scrivere idee. Vi saprò dire tra qualche giorno.
La collana Scritture Creative ha anche un blog: i primi post di Carlo Lucarelli, Franco Michieli, Paolo Nori.
Reblogged this on My scrapbook and commented:
Ma che libretti interessanti!
Reblogged this on dawnotdown.
Altro buon consiglio. Grazie 🙂
[…] ho lette su Scrivere idee. Annotazione e appunti di Hanns-Josef Orthell, che fa parte della serie Scritture Creative della Zanichelli di cui già vi ho parlato (sul sito della casa editrice potete anche scaricare un […]