Lo so, l’ho scritto e raccomandato mille volte, poi raramente lo faccio.
Invece preparare una presentazione con slide su argomenti nuovi, o sui tuoi cavalli di battaglia ma con un taglio e per un pubblico nuovo, si giova di quello spazio libero sotto le slide che si chiama Note.
L’ho riscoperto in questi giorni, in cui sto preparando due interventi, appunto, di questo tipo.
Le note non ti aiutano perché avrai qualcosa da leggere – che ormai non riuscirei più a leggere una nota o una slide manco se volessi –, ma ti aiutano prima e dopo.
Prima, perché anche quando non hai ancora idea di cosa dirai, puoi cominciare ad annotare i tuoi spunti proprio lì dentro. Quelle parole ti faranno venire in mente le immagini o le parole da distillare nella slide, e le immagini altre parole, in un dialogo continuo tra lo spazio della slide e quello della nota, sempre più raffinato, fino alla fine.
Dopo, perché resterà traccia non tanto delle parole che avrai pronunciato – che sono sempre diverse da quelle che avevi immaginato, e magari avranno sorpreso anche te – ma del processo e dei pensieri che ti hanno portato fin lì. E potrai, con tutta calma, integrare le parole pensate e quelle pronunciate, per non dimenticarle. E per farti sorprendere di nuovo la prossima volta.
Sono i pensieri di questa mattina, mentre do le ultime limature alle slide per l’intervento che terrò mercoledì prossimo 24 ottobre alle Ravenna Future Lessons.