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risali negli anni

30 Maggio 2012

Quante mappe per i nostri pensieri!

Le mappe sono un ottimo strumento di stimolazione della creatività. Quando ci mettiamo a scrivere un articolo, una relazione, un racconto, specialmente se abbiamo pressioni temporali, ci può capitare di restare bloccati di fronte al foglio bianco: che cosa dire? Come cominciare? Dove andare a finire? Come fissare subito un’idea prima che ci sfugga di mente?

Per vincere la sindrome del foglio bianco basta prendere un foglio di carta, o un software per mappe, e scrivere al centro il nostro tema, per esempio mountain byke bike. Poi si può tracciare uno o più rami, su cui scriveremo le prime cose che ci vengono in mente, in qualsiasi ordine. Scriveremo così, una per ogni ramo, le parole definizione, origini, tipologie, tempo libero, sport. Ognuno dei rami può essere arricchito da sottorami con altrettante parole. Per esempio tipologie può avere come sottorami mountain, city, discesa, trial.

Se a questo punto ci viene in mente che in bici si va col casco, possiamo aggiungere il ramo accessori, o abbigliamento, e a questo aggiungere il sottoramo casco. Ora ci verranno in mente con più facilità i sottorami guanti, tuta, scarpe. A volte tracciare un ramo vuoto può servire come stimolo per riempirlo con qualche nuovo concetto. Possiamo farlo se vogliamo ricordarci di aggiungere altri tipi di abbigliamento che ora non ci vengono in mente.

Comincia così l’ebook Mappe della mente di Umberto Santucci, autore del Quaderno del Mestiere di Scrivere dedicato alle mappe mentali, scaricato decine di migliaia di volte in questi anni.
Confermo: le mappe mentali mi sono sempre di grande aiuto, soprattutto in due casi. Quando devo affrontare un progetto nuovo e complesso e ho bisogno di “vederlo” dall’alto, tutto insieme, di provare a connetterne le parti, di crearne la mia visione. Oppure quando ho poche idee su un testo molto breve quale un titolo, un nome, una headline. Allora lavoro di associazioni lessicali o di suono: butto giù intere costellazioni di parole finché non scocca la scintilla.

Scrivo e disegno rigorosamente a mano, su fogli A3  con una marea di matite e pennarelli davanti, come mi ha insegnato Roberta Buzzacchino.
Nel suo Mappe della mente, Umberto allarga notevolmente il campo rispetto al Quaderno: vi trovate anche – una delle cose che ho apprezzato di più – il racconto di come l’umanità sia sempre ricorsa alle mappe per rappresentare il pensiero, fin dall’antichità e in tutte le culture, più tante semplici indicazioni per cominciare a sperimentare le mappe fin da subito, nella quotidianità di lavoro, di studio, o per i nostri hobby (tutto si può mappare, anche un libro o una ricetta):

Le mappe possono rappresentare il pensiero nella sua dinamica, nel suo dispiegarsi, nelle sue associazioni, nella sua attività razionale, deduttiva, induttiva, associativa, immaginativa. Ci possono guidare a ripercorrere e ricostruire processi di pensiero che avevamo compiuto in altri momenti, o che avevano fatto altri. Ci aiutano a condividere con altri i processi di pensiero, rendendoli più potenti.

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