Ho condiviso molto, a inizio anno, il proposito di Maria Popova per il 2012: leggere di più e scrivere meglio. E così seguo volentieri le sue segnalazioni di consigli da parte di grandi scrittori. Ora è la volta di John Steinbeck:
- Non pensare alle tue 400 pagine e a quando finirai. Scrivi una sola pagina al giorno, ti aiuta. Ti sorprenderai, arrivando alla fine.
- Scrivi liberamente, e butta giù il testo più velocemente che puoi. Non correggere o riscrivere mai finché non sei arrivato alla fine. Mettersi a fare revisioni durante la stesura di solito è una scusa per non andare avanti. E interrompe il flusso e il ritmo che possono nascere solo da una sorta di associazione inconscia con la materia del testo.
- Dimentica il pubblico indifferenziato. L’idea di un pubblico senza volto e senza nome può spaventarti a morte. Ma quel pubblico, contrariamente a quanto avviene a teatro, non esiste. Quando scrivi, il tuo pubblico è ogni singolo lettore. A volte aiuta pensare a una sola persona, una vera, una che conosci o una immaginaria, e pensare di scrivere solo per lei.
- Se una scena o un brano continuano a non riuscirti, ma non ti decidi a farne a meno, abbandonali e procedi oltre. Una volta finito il tutto, tornaci su e magari scoprirai che non ti riuscivano perché in quel punto non c’entravano niente.
- Attenzione a ciò di cui ti innamori, che ti piace più di tutto il resto. Di solito è fuori quadro.
- Se scrivi dialoghi, leggi ad alta voce quanto scrivi. Solo così riuscirai a ottenere il ritmo del parlato.
Sono consigli utili anche agli scrittori professionali. Sì, perché per chi scrive romanzi e racconti e per chi scrive brochure, lettere e pagine web gli obiettivi sono sicuramente diversi, ma raramente gli strumenti.
E se non ci possiamo permettere di scrivere una sola pagina al giorno, né di ignorare le scadenze, anche per noi però vale la raccomandazione di correre, di lasciarsi andare al flusso della scrittura, di pensare a un preciso lettore, di non accanirsi se qualcosa non riesce ma piuttosto di cambiare strada, di rileggere ad alta voce quello che scriviamo per sentirne il ritmo e il respiro.
A parte il limite della singola pagina al giorno (che renderebbe la stesura eterna), sono a sei su sei. Non siamo ancora allo scacco matto, ma almeno è una buona apertura.
Gentile Luisa,
grazie per i bellissimi consigli di Steimbeck :-).
Visto che siamo in tema di “consigli” ti segnalo un bel libro sulla motivazione che sto leggendo: “Perseverare è umano”, http://www.ibs.it/ser/serfat.asp?site=libri&xy=perseverare+%E8+umano. Il libro parla di sport ma soprattutto di motivazione e penso che la sua lettura sia utile per tutte quelle attività umane, come anche la scrittura, che richiedono dedizione, sacrificio e passione.
Un caro saluto.
Antonio
Grazie Antonio.
È curioso. Non è la prima volta che qualcuno mi consiglia questo libro che parla di sport come utile anche a chi scrive.
Bisogna che mi decida a dargli un’occhiata.
Luisa
… no, era “Resisto, dunque sono” dello stesso autore.
Luisa
Questo è il continuo di ” Resisto, dunque sono” :-), veramente motivante, ti assicuro, anche se non sei un supermaratoneta. Ti mette le ali come la RedBull :-))
Ciao
Antonio
Questo articolo e8 stato seatglano su ZicZac.it .Appuntamento numero settanta con RSSWeek: prima scrivevo poco, adesso non sto scrivendo proprio niente. Accontentatevi dei link (quasi) settimanali, nell’attesa che mi torni l’ispirazione. Se vuoi ricevere tutto questo in anteprima, insieme ad un sacco This comment was originally posted on
Comunque non immaginarti assolutamente un manuale all’americana. In realtà il libro è ricco di dati scientifici e di storie di vite sportive straordinarie ed è una riflessione profonda sulla nostra società attuale che non insegna la resilenza e la perseveranza e sulla capacità della mente umana di resistere e perseverare davanti alle sfide della vita.
Ciao
Antonio
[…] della corsa Questione di ritmi Scrivere in affollata solitudine Non insistere, cambia strada e soprattutto corri C’è un tempo per ogni testo A tappe, o tutto d’un […]