Alla ricchissima pagina che Annamaria Testa dedica oggi sul suo NeU alle ragazze e ai ragazzi che cercano lavoro aggiungerei queste considerazioni di un altro grande della pubblicità, Giancarlo Livraghi:
C’è un po’ di retorica nel pensare “solo” ai giovani, quando la situazione sta pesando su tutti. È diffusa, per esempio, la barbara stupidità per cui una persona di cinquant’anni, che in qualche pasticcio della “crisi” ha perso il lavoro, si sente dire che “è troppo vecchia” per poterne avere un altro. Così si perdono energie importanti – e si rischia anche di togliere il sostegno della famiglia ai giovani che non hanno ancora trovato un lavoro.
Comunque – ai giovani direi, prima di tutto, di non scoraggiarsi. Non per stupida “bonomia”, ma perché (nonostante la “crisi” e i mille perversi modi in cui se ne approfitta per trattare in modo umiliante chi cerca lavoro) le occasioni ci sono e ci saranno.
Ma per trovarle ci vuole impegno. Chi nell’attesa si rassegna – e si rifugia negli ozi distratti del carpe diem – si vedrà inevitabilmente sorpassato da chi invece si impegna a migliorare la sua formazione.
Comunque è sempre utile studiare. Non solo a scuola. L’importante è sapere che ciò che conta non è un “pezzo di carta”, un diploma o una laurea. È quello che impariamo e rimane in noi come patrimonio personale. Serve leggere, ascoltare, guardare, partecipare, capire. Allargare in tutti i modi possibili la propria cultura, con insaziabile curiosità – e continare per tutta la vita. Non è una banalità, è un fatto, che non si finisce mai di imparare.
Non è mai del tutto vero che il lavoro “non si trova”. Non è facile, ma non è impossibile. La fatica, l’attesa, le delusioni possono essere snervanti – ma, presto o tardi, le occasioni ci sono. Occorre allargare la prospettiva, per scoprire anche percorsi diversi da quelli che si avevano in mente. Avere continuamente attenzione, ostinazione e pazienza – per capire dove si nascondono le possibilità. C’è il rischio che passino inosservate mentre si sta guardando da un’altra parte.
È la risposta all’ultima domanda di una lunga intervista che vi consiglio di leggere per intero. La condivido molto, soprattutto il consiglio di allargare la prospettiva e non fissarsi sul lavoro dei sogni. A volte alla prova dei fatti si rivela non essere affatto tale, mentre il lavoro dei sogni ti sorprende perché non lo avevi affatto sognato. A me, almeno, è successo così. Ci ho messo un bel po’, però 🙂 E in ogni caso mi ha aiutato il n° 5 di Steal like an artist: Side projects and hobbies are important. Mai mollare le passioni, soprattutto nei momenti peggiori.
“[..] il lavoro dei sogni ti sorprende perché non lo avevi affatto sognato.” una frase vera in molte circostanze. Mi capita spesso di ottenere qualcosa nel momento in cui avevo già smesso di crederci o pensarci.
Grazie per il grande consiglio rivolto ai giovani, da cui – in quanto giovane – apprendo l’insegnamento.
Ho una moleskine e un curriculum.
Nella moleskine è l’intro. Nel curriculum è l’epitaffio.
In entrambi i casi c’è scritto “Le passioni ci salveranno”.
[…] stesso tema è stato ripreso anche da Luisa Carrada, che ha riportato lo stralcio di una lunga intervista («Ripensare […]
Concordo con te Luisa !!!
Non solo a 50 ma anche “tra i 40 e i 50” ti senti dire che “sei vecchio”, che costi troppo, ecc…
Come dici tu, le occasioni ci sono … però (purtroppo) sono sempre di meno e non sempre in linea con le aspettative di coloro che cercano.
Anche per questi motivi, da diversi anni, corro lungo un mio personale percorso di formazione … autonoma.
Me lo sono cucito e me lo sto ancora cucendo addosso, ogni tanto metto qualche toppa e, bello o brutto, è il vestito che voglio.
Ho sempre guardato avanti, ho sempre messo il pallino laggiù in fondo, cercando di trovare sempre la “mia strada” per arrivare al punto, raccogliere il pallino e buttarlo un po’ più in là.
Ho speso tempo, ho speso denaro, ho speso energie … le sto ancora spendendo e ne spenderò in futuro.
Non inseguo “fogli di carta”, cerco solamente di imparare (da tutti) per fare sempre meglio il mio mestiere.
Ognuno di noi, ogni singola persona, è una azienda, unica e diversa da tutte le altre per interessi, competenze, abilità, idee, modi di fare, ecc.
Investire su noi stessi è un obbligo perchè nessuno lo farà per noi.
Investire su noi stessi è un obbligo, perché da altre parti nel mondo ci sono persone disposte a fare quello che noi facciamo oggi (anche per molto meno).
Investire su noi stessi è un obbligo, perché queste persone potrebbero prendere il nostro posto nel “nostro” futuro.
Quanti colleghi si lamentano, guardano attorno a loro o ancor peggio guardando solo indietro???
Quanti di questi che si lamentano si rimettono in gioco??? Solo pochi … !!!
Certo, ogni situazione fa storia a sé e non esiste una ricetta valida per tutti.
Certo, a volte i meriti sono legati a colpi di fortuna … ma la fortuna va aiutata.
Certo, investire su se stessi non significa automaticamente “vincere” … ma non fare nulla e vivere nell’attesa è il primo passo verso la “sconfitta”.
Investiamo su noi stessi e valutiamo TUTTE le opportunità. Questo è l’unico modo per rimanere “vivi ed appetibili” all’interno del mercato del lavoro … fino a quando ce ne sarà uno… !
[…] Lavoro, coraggio e passioni […]