Fra i motivi per preferire il libro all’ebook, gli appunti a margine arrivano normalmente per secondi, subito dopo l’odore della rilegatura. In realtà ora annotare libri elettronici si può anche ma siamo molto lontani da quello che Roland Barthes chiamava “il piacere di costellare (étoiler) il testo”. La procedura è tuttora troppo farraginosa e tocca agire con tastiere progettate da qualcuno che odia la scrittura più di quanto ne diffidasse il dio Thamus di Platone.
Il grado zero della chiosa è la sottolineatura semplice, a mano libera o con righello, quest’ultimo tratto distintivo di tipi assai precisi o così parsimoniosi da prevedere la rivendita del volume sotto la specie merceologica: “in buono stato”. Attorno: esclamativi, frecce, note, lampadine, interrogativi, irrisioni, insulti. Si proclama così il testo come geniale, confutabile, stupido o anche trascurabile, quando nulla lo costella o addirittura sui suoi margini vi appaiano appunti relativi ad altro o scarabocchi insensati. Altre scelte che compongono l’identikit del chiosatore: matita, penna, pennarello o evidenziatore?
Sottolineare quasi tutto (gente ansiosa, portata a imparare a memoria anziché assimilare) o quasi nulla (per lettori che si sentono superiori al libro)? Si è anche visto usare, in funzione di “controevidenziatore” un raccapricciante pennarello nero, con cui cancellare le parti del testo non utili per l’esame (secondo l’uso dell’artista Emilio Isgrò).
A parte l’ultimo caso, chiosare i libri non implica mancanza di rispetto. C’è differenza (e ce lo insegna proprio l’ebook) tra amare il libro e amare il testo. Ma anche l’amore per il libro se esclude il desiderio di compenetrare il testo diventa devozione sterile. Per chi rispetta così tanto la carta dei libri da non volerci scrivere sopra c’è una soluzione riguardosissima: l’ebook.
Domenica scorsa Stefano Bartezzaghi contribuiva così al paginone di Repubblica dedicato alle chiose e ai commenti negli ebook. Commenti sempre più sociali e condivisi.
A me la leggerezza degli ebook piace, ma confesso che le comode evidenziature per le quali basta una lieve ditata, i pop-up per le note, non mi sembrano incidano ancora la mia memoria quanto l’intera strumentazione di linee, frecce e stampatelli tracciati con la matita. Però poi mi piace vederle tutte insieme, una dietro l’altra, come una piccola antologia.
Se poi c’è una cosa che mi dà veramente sui nervi e non so se riuscirò mai ad apprezzare è aprire un ebook e trovarvi le sottolineature degli altri. È come sbirciare nei loro libri, violare la loro intimità e sentir violata la mia. La mia indole orsa riprende il sopravvento: rivoglio la mia pagina immacolata, il mio territorio da esplorare, contrassegnare e conquistare da sola.
Luisa, se si riferisce al Kindle – come penso – è una funzione che si può tranquillamente disabilitare dal menu: deve andare alla schermata iniziale, quella con la lista dei libri. Poi schiacciare menu, selezionare impostazioni. La voce interessata è “Evidenziazioni frequenti”. Un click e tutte le sottolineature degli altri spariscono.
Buona lettura,
Davide
Niente contro il progresso e l’ebook è un’altra frontiera dei “sapiens”. Penso ai suoi vantaggi e credo che ne farò uso senz’altro. Ma la mia predilezione va al vecchio libro, una predilezione estetica che ha molto a che vedere con l’imprinting ricevuto quando per la prima volta ho toccato-capito un libro: una sorta di necessità fisica oltre che psicologica soddisfatta dal contatto che facilita l’assimilizaione. La memoria della mia generazione si è da sempre accompagnata al gesto che manipola la pagina, che tesse la sua personalissima rete di sottolineature, codice invincibile dei propri metodi di apprendimento gioco tra matita (nel mio caso) e carta; riempimento incalzante degli spazi a margine (sempre ridotti), sfida tra pensieri e materia. E i segni della battaglia restano nel tempo: su vecchi tratti di matita 2B la gomma non funziona così bene come un click e in quei segni non sempre chiari a distanza c’è un riconoscimento narcisistico. Tutto cò non costituisce (e non potrebbe) un’obiezione all’avvento dell’ebook di cui sonderò vantaggi e possibilità senza compiere l’errore di pretendere dal nuovo l’insostituibile fascino del vecchio.
Ho l’impressione che per comprendere appieno il tuo post bisogna aver smanettato un pò un ebook 🙂
Ciao Monica