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risali negli anni

12 Gennaio 2012

La semplificazione del linguaggio e un piccolo amarcord

Per un fatto generazionale ho fatto in tempo a vivere i miei primi anni in azienda in tempi di vere vacche grasse. Il mio gruppo era ancora a partecipazione statale con le sue tante ombre e pochissime luci. Tempi che non ho mai rimpianto, se  non per un cosa: c’erano i soldi per lavorare con aziende di comunicazione davvero top a livello mondiale e, se volevi, imparavi da loro come in un master.

Per alcuni anni il mio master è stato l’annual report, che veniva progettato con molti mesi di anticipo dall’agenzia di brand consulting Addison. A condividere il brief arrivava ogni anno da Londra un britannicissimo giovanotto che ascoltava silenzioso e divertito il gruppo di chiacchierone signore romane, prendeva i suoi appunti ordinati in un blocco per tornare dopo un mesetto con la cartellina di proposte da cui scegliere il nuovo annual report. I progetti erano tutti magnifici, e illustrati con dovizia in tutti i pro e i contro. Ho imparato da lui più che dai tanti capi che si sono succeduti negli anni a seguire.

Inutile dire che quei layout e quelle immagini, più le spiegazioni, mi ispiravano moltissimo per la relazione che avrei dovuto scrivere. L’anno in cui scegliemmo di illustrarlo con le sculture di giovani artisti europei, l’annual report vinse l’Oscar di Bilancio per le società non quotate in borsa ed ebbi anch’io il mio momento di gloria.

Per questo ho continuato a seguire il sito di Addison, sfogliato i suoi annual report, ammirato la loro capacità di anticipare le tendenze e, nel mio piccolo, ho sempre trovato molte sintonie con loro.
Stamattina cercavo alcuni esempi di annual report di istituzioni finanziarie e sapevo che lì avrei trovato quello che cercavo. L’ho trovato, infatti, insieme a tanto materiale su Plain Language and Information Design (PLAID!)

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