Dici storytelling e di questi tempi pensi subito digital.
Invece Béatrice Coron usa la carta per raccontare storie magnifiche.
Hanno la ricchezza e la sostanza dei sogni, quei sogni vividi e lucidi, di cui quando ti svegli ricordi ogni minimo particolare.
Ma non usa le parole, solo la carta, che ritaglia e incide come un merletto.
È, per dirla con parole sue, una “intagliatrice di carta”.
Le storie sono già lì. Lei le rivela togliendo. Come faceva Michelangelo con il blocco di marmo.
Questa signora francese che vive a New York ha scoperto tardi la sua vocazione.
Prima ha girato mezzo mondo facendo l’operaia, la guida turistica, la cameriera e molti altri lavori.
Nel suo girovagare l’ha sempre accompagnata la curiosità e la passione per le lingue, per le loro stranezze, bizzarrie, somiglianze.
Quando ha deciso di diventare un’artista ha scelto la carta perché “leggera, economica, facile da usare”.
Ha cominciato da un piccolo alfabeto bilingue ed è approdata a paesaggi dell’anima che si estendono per metri e metri come arazzi e che accompagnano le persone anche nella vita quotidiana, in biblioteca, in metropolitana, nelle case popolari.
Perché per questa paladina dell’arte pubblica “nella carta, come nella vita, tutto è interconnesso”.
Venti minuti di ininterrotta bellezza e creatività, con i sottotitoli in italiano.
non ho visto nessuna traduzione in italiano, ma le immagini sono eloquenti!!
Simonetta,
ci deve essere qualche problema tra ieri e stamattina.
Ora i sottotitoli ci sono, ma hai ragione: fa il suo effetto anche senza.
Luisa