Si dice sempre – e a ragione – che spesso le soluzioni migliori sono le più semplici. Quelle in cui si lavora con il poco che si ha, senza aggiungere nulla, magari togliendo, ma guardando un testo, un oggetto, un problema, con occhi freschi e un po’ di meraviglia.
Questa idea ispira un bellissimo libretto, che avevo comprato su Amazon insieme a parecchi altri nella furia agostana prima che scattasse la legge Levi e che ieri sera mi è ricapitato sotto gli occhi.
Si intitola Word as Image, di Ji Lee, designer che ha lavorato per testate quali il New York Times e il Guardian, ora direttore creativo di Facebook.
Lee prende alcune parole e, lavorando unicamente con le lettere, le trasforma nella cosa o nell’idea indicata da quella parola. La A di Dalí si trasforma in un paio di sottili e spioventi baffoni, la V e la A di Elevator nelle frecce dell’ascensore, la O di Clock in un orologio, la Y di Pray in due mani giunte.
Un bel po’ di esempi li potete vedere anche in questo video. Come dice il titolo del sito di Lee, please enjoy:
Alla fine del libro, Lee dà alcuni suggerimenti su come realizzare le proprie “parole come immagini”:
- astrarsi per un po’ dal significato e considerare le lettere solo come forme con cui giocare
- usare penna o matita
- provare a: ingrandire ed estendere le lettere, ruotarle, trasformarle in oggetti, coprirle in tutto o in parte, trasformare la I in una persona, giocare con le dimensioni
- giocare sia con le maiuscole sia con le minuscole.
Che bel libro e video…grazie è geniale!
bellissimo libro e video
ora ci vorrebbe una bella canzone xo!
http://www.rockol.it/artista/Tiziano-Motti