È buffo come molti enti pubblici, che pur si impegnano a comunicare in modo più trasparente e diretto con il cliente, fatichino ad abbandonare il linguaggio che hanno usato per decenni e a sintonizzarsi su nuovi strumenti, tempi e modalità di lettura.
Stamattina ho ricevuto questa email dall’azienda municipalizzata del trasporto, anzi dal suo direttore che la firma:
Gentile Cliente,
ci eravamo lasciati con un’ipotesi di riattivazione del Servizio Pagososta entro il mese dicembre.
Non ce l’abbiamo fatta. Stiamo ancora lavorando su alcuni aspetti tecnici/tecnologici/informatici per fare di Pagososta un Servizio certo, affidabile e fruibile. Stiamo pure lavorando su alcuni parametri economici per rendere interessante per il Mercato la gestione di Pagososta. Stiamo anche lavorando su alcune linee di marketing per attrarre sempre più nuovi Clienti.
Vogliamo essere sempre chiari e trasparenti con Lei. E non vogliamo creare ” attese” poi ” disattese”.
Vogliamo prendere, comunque, l’impegno di tenerLa sempre informata sul futuro sostenibile di Pagososta e sopratutto sui tempi di ripresa del Servizio non appena abbiamo una data certa.
Le ricordiamo la possibilità di acquistare per parcheggiare la tessera a scalare , di 25 e 50 euro, presso i Tabaccai o presso le Biglietterie Atac.
Le inviamo i nostri più cordiali saluti unitamente agli Auguri per un Positivo e Sereno 2012.
Vincenzo Saccà
DirettoreDirezione Customer Care
Atac spa
Naturalmente ho apprezzato la comunicazione, ma non ho potuto fare a meno di notare che sarebbe stata molto più efficace con qualche piccolo sforzo in più. Per esempio:
- il grassetto più il corsivo e l’assenza di stacchi tra un capoverso e l’altro danno subito l’impressione di un testo pesante e scoraggiano la lettura
- tutti gli incipit con stiamo, vogliamo, le ricordiamo danno al messaggio un tono molto autoreferenziale e sanno un po’ troppo di “excusatio non petita” per non avercela fatta; il Gentile Cliente e le sue esigenze sembrano non esistere
- ci sono parole ed espressioni difficili per chi è al di fuori del mondo aziendale e del marketing: parametri economici per rendere interessante per il Mercato, linee di marketing, futuro sostenibile
- c’è il compiacimento, evidenziato dalle virgolette, del gioco di parole attese/disattese, abbastanza fuori luogo in un testo di questo tipo
- e tutte quelle maiuscole? dal tenerLa informata ai Tabaccai, fino al Sereno e Positivo anno nuovo?
- ma la cosa più importante è che io non ricordavo proprio più cosa fosse il servizio Pagososta e l’email non me lo ricorda; posso solo immaginare che si tratti della possibilità di pagare in modo più semplice, probabilmente attraverso il telefonino
- nonostante manchino informazioni importanti, l’email è davvero troppo lunga.
Così mi sono divertita a riscriverla come mi sarebbe piaciuta:
Gentile Cliente,
avevamo preso un impegno con lei: riattivare il servizio Pagososta entro dicembre e permetterle di pagare il parcheggio dal cellulare nel modo più semplice e comodo.
Ci dispiace non esserci riusciti. Gli aspetti tecnologici sono più complessi del previsto e stiamo ancora lavorando sulle tariffe per rendere il servizio accessibile al maggior numero di cittadini romani.
È un impegno solo rimandato. La informeremo appena avremo una data certa per la ripresa di Pagososta. Intanto può continuare ad acquistare presso i tabaccai e le biglietterie ATAC le tessere a scalare di da 25 e 50 euro.
La salutiamo cordialmente e le inviamo i nostri migliori auguri per un ottimo e sereno 2012.
Vincenzo Saccà
Direttore Direzione Customer Care
Atac spa
Cara Luisa
GRAZIE per l’ottima riscrittura!
Essenziale, diretta, armonica.
Lavoro al pc per diverse ore al giorno. Eppure non sono riuscita a finire il testo dell’e-mail senza lacrime.
Non di rabbia o di disperazione, ma di irritazione fisica per la combinazione di elementi che si respingono a vicenda e prendono a pugni in faccia il lettore.
Perché è tanto difficile pensare di dover studiare le strategie della scrittura?
Conoscono pochissime persone che sentono il bisogno di confrontarsi con le tecniche del mestiere di scrivere.
Gli altri le danno per acquisite. E così escludono la possibilità di imparare. E inondano gli eventuali lettori di informazioni inutili, aggettivi esuberanti e punteggiatura fuori posto.
Saluti sardi
Miriam
Grazie per la tua riscrittura. Ancora una volta dimostra come un po’ di uso della testa si può trasmettere qualcosa e farsi capire.
Purtroppo ha stimolato in me anche un altro pensiero piuttosto negativo.
Se i nostri politici e burocrati avessero sempre voluto farsi capire, non avremmo la politica che abbiamo e non saremmo nella situazione in cui siamo.
Anni fa, su un giornale satirico che ora non ricordo, era molto seguita una rubrica in cui un discorso di un politico veniva tradotto in quello che effettivamente diceva. Micidiale. Forse oggi potrebbe diventare il blog: IlMestiereDiScriverePerNonFarsiCapire.it A parte gli scherzi, anche parlare senza dire niente o scrivere senza farsi capire temo sia un’arte.
Buon lavoro!
mario
Bellissimo esercizio di riscrittura, Luisa. Come sempre, del resto. Questo luogo è il mio master continuo, la mia palestra irrinunciabile. Grazie di cuore.
Quattro blocchi di testo di tre righe ciascuno e la lettera vola via 🙂
Si, questi esempi concreti con il prima e il dopo lasciano il segno.
Speriamo che anche qualcuno della pubblica amministrazione li legga e si eserciti.
Grazie.
Monica
Riscrivere quello che ci colpisce o ci arriva per email o per posta è un esercizio istruttivo e anche divertente. Oggi mi ha aiutata a riprendere il lavoro… Una specie di stretching 🙂
Un caro saluto e tanti auguri di buon anno a tutti voi.
Luisa
Gentilissima Luisa,
auguri di buon anno e grazie per i preziosi post che pubblichi nel tuo blog. I tuoi suggerimenti, i tuoi esempi di riscrittura e i libri che suggerisci ─ anche ieri proprio uno di quelli mi ha aiutata a risolvere un dubbio ─ mi supportano nel mio lavoro di correttrice di bozze e di editor.
Grazie
Simonetta
Salve.
E’ un bene prezioso, per noi tutti, il voler salvare la nostra cara lingua, quindi, complimenti.
Avrei bisogno di un grande e costante aiuto per evitare svariati miei errori di scrittura e tale necessità è volta a fini umanitari; sarebbe meraviglioso poter contare sul Suo supporto tecnico su base volontaria.
Qualora fosse interessata ad uno scopo nobile, oltre quello che già persegue, mi risponda pure e Le illustrerò i semplici dettagli.
Riguardo alla semplificazione del testo pubblicato, mi rallegro ed un poco La invidio per tale capacità che a me manca, pur ravvisandone la necessità estrema.
Scrisse Blaise Pascal ad un suo amico : “Scusa se ti ho scritto una lettera lunga, ma non ho avuto il tempo per scriverne una corta”. E’ evidente come non sia affatto facile condensare il proprio pensiero senza un profondo impegno.
In merito ad un mio contributo circa l’articolo, avrei solo notato che, nella frase: “le tessera da 25 e 50 …” ovviamente l’ articolo non è appropriato al singolare che segue ma forse è perché Lei pensava correttamente al plurale in quanto riferito a due “tagli” di tessera differenti, che il testo originale considerava erroneamente al singolare.
Per dirla tutta, forse sarebbe più appropriato scrivere : “… da 25 e 50 …” anziché utilizzare: “… di 25 e 50 …”, ma non saprei con certezza ed è Lei l’esperta, no?
Grazie per la Sua dedizione alla causa.
Paolo
Un piccolo aneddoto. La mia vicina di casa (trentenne) lavora negli uffici amministrativi di un’università statale milanese.
Recentemente tutti i suoi colleghi hanno dovuto seguire un mini corso di comunicazione per riuscire ad abbandonare il burocratese con cui comunicano tra di loro e con l’esterno.
Beh, le resistenze maggiori, le maggiori difficoltà ad adottare un linguaggio fluido e comprensibile le hanno mostrate i colleghi più giovani, aggrappati al burocratese come a un simbolo del loro (minuscolo) potere.
Giovani conservatori…
Valeria
Paolo,
è vero, “da 25 e 50 euro” è più preciso. Grazie: correggo.
Valeria,
mi riconosco nell’esperienza della tua vicina di casa.
Non solo come docente io stessa, ma soprattutto se guardo indietro a quando sono entrata in azienda.
Quando sei giovane e entri in un’organizzazione uniformarsi al linguaggio imperante dà molta sicurezza. È col tempo che ti accorgi di quanto sia inefficace.
E man mano che acquisti sicurezza, acquisti anche il coraggio di essere più semplice.
Luisa