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risali negli anni

6 Novembre 2011

Le fiabe: per addormentare i piccoli e svegliare i grandi

Questa volta il disclaimer è d’obbligo e assolvo all’obbligo subito e volentieri.
Il libro che ho letto questo fine settimana, C’era una volta… un cantastorie in azienda (FrancoAngeli 2011), lo ha scritto una mia cara amica e io stessa vi ho contribuito con una pagina nell’inedita veste di fata madrina. Ma da una cantastorie ci si può aspettare di tutto, anche se è nostra contemporanea e va a raccontare le fiabe della tradizione nelle aziende.
Già, che ci fa una cantastorie in un’azienda, in un ospedale, in una banca? La chiamano quando c’è un problema e il più antico patrimonio di saggezza dell’umanità può aiutare i singoli e i gruppi a trovare una soluzione.
Pollicino, Cappuccetto Rosso e il Gatto con gli Stivali, I Musicanti di Brema o L’Uccello d’oro non servono solo a far addormentare i bambini – ci dice Piera – ma soprattutto a far svegliare i grandi. 
Svegliarsi al contatto con i simboli e la “materia viva” della fiaba significa scoprire di cosa siamo capaci e di quale infinito patrimonio di qualità e possibilità ci portiamo dentro. 
Negli ultimi anni tutta la formazione aziendale si è ubriacata con la parola “cambiamento”, sottintendendo il fatto che non siamo mai adeguati, mai all’altezza. Il messaggio delle fiabe è diverso: nasciamo tutti ricchi di doti e possibilità, non dobbiamo diventare qualcos’altro ma scoprire e diventare ciò che siamo davvero. Come l’eroe libera la principessa nascosta o prigioniera, lo stesso possiamo fare con le nostre ricchezze interiori. Le fiabe insegnano anche a noi adulti a superare le difficoltà e a “pensare in grande” nei momenti più cupi.
Anzi, Piera vede proprio in questi tempi cupi i tempi ideali per lavorare sulle fiabe in azienda e nel mondo del lavoro. Perché mentre la crisi erode patrimoni e posti di lavoro, le fiabe liberano il potenziale che è nelle persone e nei gruppi, un tesoro che si può solo moltiplicare.
Io ho sempre amato le fiabe, anche da grande, ma ci ho lavorato di più in un periodo molto particolare della mia vita e del mio percorso professionale. Ne parlo nella “lettera di buon augurio” che ho scritto per questo libro:

Chi legge le fiabe trova se stesso

Il caso non esiste. Me lo hanno insegnato le fiabe e lo ritrovo in questo libro.
Non fu un caso incontrarle in una valle umbra, dietro le mura di un antico convento, appena due mesi dopo aver mollato l’azienda con tutte le sue certezze per inseguire un sogno.
Ero uscita dai confini del regno, ed ero lì da sola, con il mio fagottino con pochi semplici oggetti dentro, e il cammino davanti: foreste buie da attraversare e mari sconosciuti da navigare.
Con la guida di Piera la scrissi poco dopo, quella fiaba, e immaginai prove, pericoli, fate, talismani e tempeste fino all’arrivo in una bella città, dove esercitare la mia arte.
Per fortuna, nella vita professionale le prove sono (apparentemente) meno drammatiche che nelle fiabe e la città dove fermarsi non la si incontra una volta per sempre (sarebbe troppo noioso). Ma se spesso di fronte al bivio ho imboccato la strada giusta, se non mi sono fatta incantare dall’usignolo dorato, se mi sono tenuta stretta oggetti e persone che si sono improvvisamente trasformate in risorse preziose, è anche grazie alla “mia fiaba” e alle tante fiabe rilette in questi anni, che hanno schiuso e man mano allargato il varco verso il mio paesaggio interiore. Non meno importante e suggestivo di quello delle competenze professionali, del mercato e dei business plan.
Auguro a questo libro di essere il varco verso il paesaggio interiore di ogni persona che lo leggerà. Perché in un mondo in cui è così semplice e immediato avere a disposizione ogni tipo di informazioni, troppe volte sappiamo troppo poco di noi.

I lettori del Mestiere di scrivere già conoscono Piera Giacconi. La intervistai alcuni anni fa: Fiabe in azienda, scrivere, ascoltare, raccontare.
Il sito di Piera è La voce delle fiabe.

7 risposte a “Le fiabe: per addormentare i piccoli e svegliare i grandi”

  1. Proprio domani inizio un corso di lettura interpretata di fiabe, strana coincidenza, pensavo di legger fiabe solo per i nipoti, miei futuri possibili, e altrui attuali, ma posso fare di più ;)) leggere per me stessa! e seguire il sito di Piera. con simpatia. cristina

  2. Che meraviglia! Pensi che io sono segretaria di un'associazione di lettori volontari, Fabularia, e leggiamo fiabe da ormai quasi sette anni a bambini e non con grande successo; per fare questo naturalmente ci siamo studiati ben bene le fiabe e il loro potere salvifico (Bettelheim e Piaget insegnano), che quindi ho fatto mio. E da poco ho realizzato  un progetto di storytelling aziendale che mi ha dato molta soddisfazione, proprio perchè è il potere delle storie che coinvolge, esalta e regala partecipazione ed entusiasmo. Io ci credo, ci ho sempre creduto. E ora questo! Mi sembra l'apoteosi, la meraviglia davanti agli occhi. Naturalmente comprerò subito il libro e non è escluso che faccia un giro a Udine, mi sembra di aver capito che la signora tiene dei corsi… Grazie per la segnalazione, è come sentire una voce nel deserto!

    Raffaella Musicò

  3. Grazie Luisa,
    di tutte queste voci nel deserto,
    sono come un fuoco che brucia con la legna umida,
    siamo insieme.
    Piera Giacconi

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