Non sono potuta andare al Festival di Internazionale perché sabato ero al lavoro, anche se non troppo lontano da Ferrara. Mi sono consolata leggendo l’ultimo numero del settimanale mentre tornavo verso Roma.
Mi è piaciuto tantissimo il pezzo di David Randall dedicato allo “scrittore interiore”, quella parte di noi che può fare un bel pezzo del lavoro se solo ci accorgessimo più spesso di lui. Basta fidarsi e lasciarlo andare dove vuole, senza star lì a controllarlo:
Per garantire che sia lui ad agire (e non il vostro io cosciente), una volta fatta la ricerca su un tema, dovete leggere e rileggere il materiale fino a che i suoi elementi fondamentali (anche se non i dettagli) non si sono fissati nella vostra mente, e poi pensare a come raccontarli in modo coerente (la sequenza migliore è spesso quella cronologica). Solo allora potete cominciare a scrivere. E non dovete lasciare che il vostro io cosciente interferisca in nessun modo, perché sarà preoccupato della scadenza, o semplicemente ansioso di finire il lavoro al più presto possibile, e quindi vorrà farvi cominciare a scrivere prima che lo scrittore interiore sia pronto a farlo. L’io cosciente si preoccuperà dei dettagli, e quindi continuerà a interrompervi per controllare nomi, date, luoghi e così via (la soluzione è mettere una X al posto di quel dettaglio, continuare a scrivere e controllarlo dopo). L’io cosciente vorrà anche inserire frasi raffinate e riferimenti inutili, perché pensa che questo renderà la storia più interessante. Ma non è così. Tutte queste interruzioni rovineranno la scrittura, come la preoccupazione che la pallina da golf finisca tra gli alberi rende quasi inevitabile che vada a finire proprio lì.
Infine, se dubitate della forza e dell’abilità del vostro scrittore interiore, permettetemi di chiedervi quante volte avete lavorato fino a tarda notte, scrivendo e riscrivendo, andando a letto insoddisfatti del risultato, e poi, al mattino, vi siete svegliati, vi siete seduti alla scrivania, e avete scoperto che il vostro cervello aveva miracolosamente elaborato il materiale mentre dormivate. Il vostro cervello pesa solo un chilo e mezzo, ma ha tra i 90 e i 120 miliardi di cellule neuronali. Forse è ora di lasciare che facciano il loro lavoro senza indebite interferenze da parte del vostro io cosciente.
Per prendere dimestichezza con lo scrittore interiore e i suoi ritmi, sul Mestiere di scrivere potete leggere Scrivere, in compagnia del testo e su questo blog C’è un tempo per ogni testo.
Confermo: sabato il minicorso riminese è stato molto utile. E decisamente gradevole, il che non guasta. Grazie ancora,
Emanuela
Da "Scrivere, in compagnia del testo" (molto interessante):
“Il processo della scrittura è la scoperta del significato attraverso il linguaggio.”
Mi ricorda una frase di Noam Chomski. Più o meno è così:
"Le persone hanno al massimo una vaga idea di quello che pensano. Solo quando usano il linguaggio per comunicare quello che hanno in testa si rendono veramente conto dei loro pensieri."
Il vostro cervello pesa solo un chilo e mezzo, ma ha tra i 90 e i 120 miliardi di cellule neuronali. Forse è ora di lasciare che facciano il loro lavoro senza indebite interferenze da parte del vostro io cosciente.
Osservazione impeccabile, andrebbe applicata nella vita oltre che nella scrittura. 🙂
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