Cosa tiene accese le stelle di Mario Calabresi non ha nulla dell’intensità struggente di Spingendo la notte più in là, né della scrittura raffinata di La fortuna non esiste, ma siccome il direttore della Stampa è bravo giornalista e uomo curioso e sincero il risultato è dignitoso.
L’unica novità è che stavolta i resilienti coraggiosi e sognatori non sono il bambino afghano o la soldatessa reduce dall’Iraq, ma tutte persone più o meno normali di casa nostra. Quindi non dovrebbe essere tanto difficile prendere il medico, l’astrofisico, i gelatai, l’informatico cresciuto tra le montagne, e portarli nelle nostre scuole a raccontare le loro belle storie in un tour di incoraggiamento ed educazione al sogno.
Perché Steve Jobs con il suo “Siate affamati, siate folli” è sicuramente esaltante, ma forse un esempio troppo alto e troppo lontano.
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11 Settembre 2011
Sempre (o quasi) allineate noi due: questa mattina in una splendida piazza ad Arona, affollata di gente, Mario Calabresi e Beppe Severgnini firmavano libri e discutevano d'Italia, d'italiani, di genitori e figli. La preoccupazione maggiore erano i figli, i giovani, il futuro. Come pensarla diversamente! Bravi entrambi! Buona settimana Luisa.
e ce ne sarebbe tanto bisogno, di esempi di gente affamata e folle nelle scuole.
Soprattutto nelle scuole di città. Antonella
non centra, ma segnalo questa omonimia in rete http://www.scoop.it/t/il-mestiere-di-scrivere
si purtroppo concordo che steve jobs é un'esempio lontano pure se anche lui ha cominciato da un garage.
si basterebbe davvero poco…anche gli stessi insegnanti, che si risvegliassero dal torpore abitudinario in cui sono immersi. Capisco la difficoltà e l'umore nero dato dai provvedimenti politici e dai tagli. dalla totale assenza di meritocrazia, da usanze nefaste entrate nelle abitudini scolastiche come quella di aver paura di infliggere una sanzione educativa ad un ragazzo per paura delle reazioni dei genitori oppure per un'eccessiva cautela circa il periodo delicato dell'adolescenza.
Nefaste perché? perché per esaudire i propri sogni bisogna combattere, bisogna lottare. bisogna non arrendersi mai e la scuola non educa a questo: educa a fermarsi al primo scoglio….a inventarsi scuse tipo: sono fragile. Ho visto genitori proteggere pedissequamente i figli dalle conseguenze dei loro errori proprio quando invece che stare in una sorta di gabbietta d'oro l'adolescenza é il periodo migliore per farne, per lottare, per inventarsi un nuovo modo di vivere, per trovare ostacoli e superarli. per essere folli e mettere le basi per continuare ad esserlo per sempre.
Io giovani d'oggi non capiscono il messaggio di steve jobs…non é nel loro imprinting. Lo capiamo noi adulti, chi più chi meno con una punta di rimpianto…
Bella idea, Luisa: speriamo lo facciano davvero.
🙂
Utilizzo questo blog come orientamento e distillato di conoscenza. Ho letto e finito 3 giorni fa il libro di Calabresi. Mi è piaciuto perchè dopo che hai acceso la Tv , letto i giornali , leggere di speranza e di realizzazioni è come sentire il venticello dopo una giornata di afa. Gradevole, piacevole e foriero di trasferibilità.
[…] in questi tempi interessanti e difficili – leggere e raccontare anche ad altri (chissà se Mario Calabresi la […]