Come si può rimanere aggrappati ai vantaggi dell’ipertesto minimizzando le distrazioni che i link procurano a chi legge?
È la domanda che si pone Nicholas Carr in uno dei suoi ultimi post, tradotto da Internazionale questa settimana col titolo Fate riposare i pixel.
Carr è l’autore del famoso The Shallows, (Internet ci rende stupidi?) in italiano, che mette in guardia sui rischi di una lettura sul web sempre più superficiale e frammentata (per colpa dei link, appunto), dannosa per le nostre capacità cognitive.
Una mezza soluzione Carr la individua nel “metodo Shirky”: lo scrittore newyorkese esperto di new media inserisce un piccolo asterisco alla fine della frase per indicare un link. Carr ha deciso di fare lo stesso.
A me francamente non sembra una grande idea. E per due motivi.
Primo: l’asterisco è minuscolo e si vede a fatica. Ti distrai più a cercare l’asterisco che a leggere un link chiaro.
Secondo: il testo del link ha un valore informativo di per sé, perché se è ben scritto ci indica con chiarezza dove stiamo andando e quindi orienta rapidamente la nostra decisione se cliccare o no, cosa che non può assolutamente fare la genericità di un asterisco.
Rinunce e mezze soluzioni per mantenere la purezza del caro vecchio testo lineare non servono a niente. Valutare se un link rappresenta un servizio o una distrazione è esattamente compito e responsabilità di un buon editor. Sennò, che razza di editor è?
interessante spunto, come sempre sul tuo blog.
trovo la soluzione di mettere dei "rimandi" ai link alla fine del testo molto più utile ed efficace, personalmente sto revisionando tutti i post del mio blog in maniera da rispettare questa conformazione.
0disse0
Una possibile alternativa è usare l’attributo title per ogni link perché consente di associare informazioni aggiuntive, visualizzabili al passaggio del puntatore, che credo possano aiutare chi legge a decidere in pochi secondi se il link interessa oppure meno.
Lo uso per brevi descrizioni delle pagine collegate ma anche per aggiungere definizioni di termini o parole inglesi che forse non tutti conoscono, con un link a una voce di dizionario o altro materiale di riferimento, in modo da non dover aggiungere la spiegazione all’interno del testo. Ad esempio, per il link silly season dovrebbe venire visualizzato questo testo:
“il periodo dell’anno in cui non succede granché di rilevante e proliferano notizie particolarmente insolite, frivole o al limite del credibile” – post Silly season, agosto 2008
Scrivo i post con Live Writer, che permette di specificare l’attributo assieme al link, ma anche gli altri editor consentono di inserirlo facilmente. Esempio di sintassi di un possibile link a questo post:
<a title="Come si può rimanere aggrappati ai vantaggi dell’ipertesto minimizzando le distrazioni che i link procurano a chi legge? – il blog del mestiere di scrivere" href="http://mestierediscrivere.splinder.com/post/25461299/link-o-asterischi">Link o asterischi?</a>
Svantaggi: l’attributo title funziona con la maggior parte dei browser per computer “tradizionali” (usati dalla maggior parte dei miei lettori) ma non è visualizzabile in tutti i dispositivi mobili oppure se si usa solo la tastiera. Internet Explorer ha un bug che non visualizza la descrizione se il link è formattato in corsivo o grassetto.
Parto sempre da un presupposto: un po' di sale sollazza, un chilo di
sale ammazza. Se consideriamo il link il sale di un post , arriviamo alla
conclusione che va bene, è utile, ma non bisogna esagerare. Per
quanto mi riguarda leggo sempre tutto il post e poi mi gusto i link, che
quando sono pertinenti portano a dire, a fine lettura: però, che link!
Attribuisco invece la superficialità cui Carr fa riferimento, non
tanto ai collegamenti ipertestuali, quanto alla brevità dei testi,
necessaria per essere letti in rete.
Però poter scrivere testi brevi con la possibilità di approfondire gli
argomenti appunto con i link, beh, mi sembra una cosa non da poco.
Se poi invece ci si ritrova a svolazzare raminghi di link in link senza
costrutto e frammentando troppo le informazioni, allora probabilmente
non si sta navigando ma…cazzeggiando!
Ci sono altri lettori che la pensano come me?
Beth
l'asterisco è una gran boiata.
nick
Sono di nuovo Beth e dimenticavo di dire (ammesso che a qualcuno possa
interessare) che i link "annunciati" da un asterisco non li trovo funzionali
per i motivi elencati, come sempre in modo chiarissimo, da Luisa Carrada.
Del resto i post non sono quasi mai lunghissimi. Si fa prima a leggere il
tutto, un'apertura veloce sul link per vedere se interessa l'argomento e
decidere se leggere o no. Se l'editor ha fatto un buon lavoro di solito il link
non viene soltanto letto ma anche rubricato nei bookmark.
io mi trovo d'accordo con te Beth. Se fai un buon lavoro di testi con dei link la navigazione diventa una scoperta e un approfondimento che, per altro, si può scegliere o meno. e questo mi sembra una forma di rispetto per il lettore. dare la possibilità di scelta senza imporre nulla é un'ottima strategia poiché se imponi rischi di perdere lettori.
Ovvio che il troppo stroppia e non puoi mica linkare una parola su due…il mio metodo è linkare delle parole chiave.
L'asterisco se lo uso é esclusivamente a titolo personale quando lavoro ad un testo. ovvero quando vado al parco e scrivo esclusivamente a lapis….;-)
Concordo con il tuo post, Luisa. E con tutte le integrazioni critiche dei tuoi lettori.
Aggiungo che l'asterisco mi pare una versione web delle note a pie' di pagina (o di testo). Tipiche della saggistica accademica e… non dico altro.
Ciao!
interessante discussione.
vorrei porvi un dubbio. Preferibile fare in modo che il link si apra in un'altra scheda, o che si apra nella scheda in cui ci si trova a leggere?
io faccio in modo che se i link portano ad un sito esterno si aprano in un'altra scheda, inserendo l'attributo target="_blank" dentro al link, come quando insegnami title. Ma non so se questo possa dare fastidio al lettore.
Cosa ne pensate?
grazie
Santiago.
Luisa,
ciò che trovo interessane del ‘metodo Shirky’ è la liberazione dei testi sottolineati o i vari qui, vedi e link che infestavano i post. In questo modo il testo resta integro.
L’asterisco è una convezione, anche se piccolo si vede lo stesso.
Invece non ho tenuto conto delle altre considerazioni di Carr sulla brevità dei post e sulle note a piè di pagina.
Saluti,
Salvatore D’Agostino
[…] Con l’esperienza e con l’abitudine all’attenzione verso i dettagli, ho imparato che un link è una cosa preziosa, da trattare con cura. A volte capita di perdere più tempo nella ricerca di […]