È vero, come si dice, che un libro ci dice cose diverse in diversi periodi della vita. Con Il silenzio tra due onde di Corrado Pensa però mi è successo qualcosa di inedito perché mi è sembrato un libro diverso a distanza di soli tre anni.
Pensa è forse il più noto tra gli esperti italiani di filosofie orientali e i maestri di meditazione, con un particolarissimo percorso personale che lo ha visto man mano rinunciare alla cattedra universitaria e poi alla sua pratica di psicoanalista junghiano.
Ne ho sempre sentito dire un gran bene, e per questo avevo preso il libro.
Ma l’inizio era stato così faticoso e le sue parole così astratte e lontane che avevo lasciato la lettura.
Questa estate l’ho ripreso e dopo le prime pagine, più complesse, la lettura si è fatta piacevolissima e già a pagina 30 mi è sembrato che l’autore parlasse proprio a me. Quindi sto centellinando, gustando e inviando pezzetti in giro ad amici.
Ci ritrovo mille spunti e riflessioni non solo per la vita e la pratica di yoga, ma anche per il lavoro che sta per ricominciare. Mi sono stupita, io che in genere trovo questo genere di libri di una noia mortale, compresi quelli di sant’uomini come il Dalai Lama e Tich Nat Han.
Credo che questo derivi soprattutto dall’umiltà di questo grande studioso, che ci ricorda che la meditazione non consiste tanto nello starsene seduti a recitare mantra in una lingua che non conosciamo, quanto nel vivere svegli e consapevoli, capaci di ascoltare noi stessi e osservare da spettatori il teatro della mente e delle emozioni.
Ieri leggevo Roy Peter Clark, che all’inizio di una chat sull’insegnamento della scrittura mette al primo posto la capacità di ascoltare. E stamattina su Tra due onde leggo questo:
Ascoltare veramente significa lasciar cadere più possibile tutti i vostri meccanismi difensivi, almeno per la durata dell’ascolto. Ascoltare significa essere pronti essere presenti a ciò che udite senza cercare di controllarlo. Ascoltare è essere radicalmente ricettivi a ciò che accade. Perché ciò accada dovete essere franchi con gli stessi. Dovete essere consapevoli e accettanti dei vostri preconcetti, desideri e illusioni, cosicché possiate udire ciò che viene detto e quello che è. Poiché il vero ascolto richiede che voi facciate così, per questo motivo ascoltare è pericoloso. Vi potrebbe fare udire cose che non vi piacciono, farvele prendere in considerazione e quindi farvi pensare a qualcosa che non avevato mai pensato prima e forse non avete mai voluto percepire. E ciò puor farsuccedere qualcosa dentro di voi che non è mai successo prima. È questo il rischio di ascoltare ed è questo il motivo per cui è automatico per noi il non voler ascoltare. Tuttavia ascoltare, benché pericoloso, è una necessità. Se volete rimanere aperti alla vita e al cambiamento dovete ascoltare. Ascoltare, veramente ascoltare è accordare rispetto. Senza rispetto nessuna relazione umana può funzionare normalmente.
Tutto congiura per farmi diventare finalmente un’ascoltatrice un po’ più attenta.
Ed ecco altre due suggestioni:
L'articolo di Repubblica del 19 agosto, giovedì scorso: L'accademia che vuole insegnare a stare zitti
e la Scuoladel silenzio di Anghiari (AR) dal 25 al 27 agosto.
Potrebbe essere l'occasione per venire a farci visita
Ada
Che bello questo estratto sull'ascolto, grazie!
Per chi come me fa un lavoro di sportello e prima accoglienza, queste parole dovrebbero essere IL mantra da recitare ogni mattina entrati in ufficio. Che fatica praticarlo, però.
PS: dai un'altra possibilità al Dalai Lama, alcuni suoi libri sono ostici ma altri vanno che è una meraviglia! O almeno, questo è l'effetto su di me.
Saper ascoltare è arte e per quanto mi riguarda molto difficile anche se quando mi riesce è una soddisfazione immensa per entrambi gli interlocutori.
Osho, estratto da: The Dhammapada: The way of the Buddha, Vol.7 capitolo 9 (trascrizione di discorsi tenuti da Osho nel 1979)
Se ascolti in base a pregiudizi di ogni tipo, quello è il modo sbagliato di ascoltare; in realtà è un modo di non ascoltare. Apparentemente stai ascoltando, ma in effetti stai solo sentendo, non ascoltando. Giusto ascolto vuol dire che hai messo da parte la mente. Non significa che diventi uno sprovveduto e che credi a tutto ciò che ti dicono. Non ha nulla a che fare col credere o col non credere. Giusto ascolto vuol dire: “In questo momento non mi preoccupo di credere o non credere. Non è una questione di accordo o disaccordo. Cerco semplicemente di ascoltare ciò che è. Deciderò in seguito ciò che è giusto o sbagliato. Deciderò in seguito se seguire o se non seguire”.
E la bellezza del giusto ascolto è questa: la verità ha una musica tutta sua. Se ascolti senza pregiudizi, il tuo cuore ti dirà se è vero oppure no. Se è vero, sentirai una risposta vibrare nel tuo cuore. Se non è vero, rimarrai freddo, distaccato, indifferente; nessun suono risuonerà nel tuo cuore, non accadrà alcuna sincronicità. La qualità della verità è proprio che, se l’ascolti con un cuore aperto, crea subito una risposta nel tuo essere – il nucleo più profondo di te ne viene rafforzato. Iniziano a spuntarti le ali e scopri che il cielo è tutto a tua disposizione.
Non è una questione di decidere con la logica se ciò che viene detto è vero o falso. Il punto è l’amore, non la logica. La verità crea immediatamente amore nel tuo cuore; qualcosa in te viene stimolato in modo molto misterioso.
Ma se ascolti nel modo sbagliato – cioè colmo della mente, colmo di spazzatura, colmo di conoscenze – allora non permetterai che il cuore risponda alla verità e perderai una possibilità straordinaria, perderai la sincronicità. Il cuore era pronto a rispondere alla verità… Può rispondere solo alla verità, ricorda, mai a ciò che è falso. Di fronte alla falsità rimane silenzioso, insensibile; non ne viene toccato né può risvegliarsi. Di fronte alla verità inizia a danzare, a cantare, come se di colpo il sole fosse sorto e la notte fosse scomparsa, come se gli uccelli si fossero messi a cinguettare e fossero sbocciati i fiori di loto, come se tutta la terra si fosse risvegliata.
Ora esco e vado a comprarlo, sono giorni che penso proprio alla capacità di ascoltare e il trafiletto che hai pubblicato è stato davvero illuminante, grazie!
Ester
Grazie per la segnalazione: ho comprato questo libro e mi si stanno aprendo scenari inaspettati. Di nuovo approccio alla vita, di scelte profonde.
Paola
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mauro coronelli scvire:Giuliano, sarf2 necessariamente brevissimo. Sappi che la tua oneste0 ed il tuo impegno sono apprezzati anche fuori Milano. Nei miei ultimi 40 anni di professione di Architetto a Roma, convinto come te che un mondo, una citte0 e un’architettura migliori fossero necessari, mi sono sempre battuto, in tutte le sedi e come tanti altri, perche9 cif2 fosse possibile, partendo perf2 da un principio, verificato, che per questo non servono ne9 Archistars ne9 quelli che aspirano ad esserlo, anzi e8 pericoloso accompagnarsi a loro .come hai potuto constatare anche tu. Un abbraccio fraternoMauro Coronelli
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Per trovare di una “noia mortale” libri di spiritualità bisogna essere dei poveracci – e di fatto la maggior parte della gente lo è
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