Apro tutte le email e le newsletter che mi arrivano, se non altro per vedere come sono scritte.
Alcune sono esempi talmente efficaci, in positivo e in negativo, che le archivio in una cartella a parte.
Una cosa che noto sempre è l’uso intenso che gli americani fanno del P.S. Hanno sempre qualcosa da aggiungere alla fine. I più bravi sono i redattori di Ragan.com, che ti inondano di email, ma sanno giocare su una tale gamma di varietà di firme, di formati, di stili, persino di font, che alla fine le leggo sempre, anche se mi vogliono vendere un webinar lontanissimo dai miei interessi. Sono maestri anche nei P.S. e pure nei P.P.S.
Qualche giorno fa Hubspot ha dedicato al P.S. uno dei suoi post, che ho molto liberamente tradotto:
Sei grandiosi poteri del Post Scriptum
Come tecnica di copywriting, il P.S. è transitato direttamente dal direct mailing all’email marketing. Un paio di paragrafi, qualche link, ed ecco che il P.S. riesce a rinforzare il messaggio, creare un senso di urgenza e generare valore.
Il post scriptum, dal latino “scritto dopo”, abbreviato in P.S., può essere una frase o un paragrafo aggiunti dopo il corpo principale del testo e la firma.
Quando è utile aggiungere un P.S. per raggiungere risultati?
Chiedetevi “Cosa viene prima, cosa alla fine e cosa c’è di particolare nel mio messaggio?”, Il prima è sempre il titolo, il particolare è la storia o l’esempio che differenzia la vostra offerta. La fine, be’… è il P.S., il pensiero finale. Ci sono almeno sei modi per usarlo.
1. Il gancio
Il P.S. è un’esca, quindi assicuratevi che sia attaccata a un amo (per esempio l’url cliccabile alla landing page). Una cosa che funziona bene è sottolineare ancora una volta il più importante motivo di acquisto, ma da una prospettiva diversa. È possibilissimo che il destinatario non legga l’email riga per riga e l’abbia perso. Se invece ha letto tutto, ricordarglielo non fa che rafforzare la predisposizione all’acquisto.
Per esempio, se avete enfatizzato nel testo l’aspetto “risparmio”, nel P.S. potete aggiungere un’altra cosa.
P.S. Le ricordiamo che il prodotto le farà risparmiare non solo dei soldi, ma anche del tempo, qualcosa che vale altrettanto.
2. L’appello finale
Molto utile nelle email che chiedono un contributo per una buona causa. Chiedere denaro non è mai facile, ma un P.S. ben scritto può essere determinante. Si può puntare ancora sull’emozione o comunicare un senso di urgenza.
P.S. Non dimentichi che se raggiungiamo la somma prevista entro venerdì 15 agosto, l’azienda si è impegnata a raddoppiare la donazione.
3. Il senso di urgenza
La cosa bella dell’email è l’immediatezza. Quella brutta è che la sua vita è molto breve. Per questo bisogna metterci tutto ciò che può convincere il lettore a visitare il nostro sito o a contattarci direttamente. Tutto deve essere orientato all’azione, ma in poche parole. Il P.S. è spesso l’ultima chance.
P.S. Le ho già detto che le prime 30 persone che ci contatteranno per questa offerta avranno uno sconto ulteriore del 20%? Acquisti subito per essere tra i fortunati.
4. L’approccio personale
Spesso il P.S. chiude un’email firmata da una persona, anche se fa parte di un’azienda. Con il P.S. possiamo renderla ancora più personale.
P.S. Capisco che prendere una decisione non è facile, ma consideri che provare la nostra offerta di lancio non la impegna in nessun modo.
5. Il bonus
Nel corpo del testo descrivete la vostra offerta. Poi, nel P.S. aggiungete un motivo per acquistare subito. Il bonus rafforza il senso di urgenza.
P.S. Se acquista subito, avrà in regalo un buono di 20 euro da spendere per altri nostri prodotti. Ma si affretti: i buoni sono limitati e vogliamo essere sicuri che ne abbia uno anche lei. Entri nell’e-shop.
6. Il testimonial
Non tutti i prodotti hanno bisogno di un testimonial. Ma quando il ciclo di vendita è lungo (come per molti prodotti B2B) e i potenziali clienti hanno bisogno di essere rassicurati a fronte di un acquisto impegnativo, i testimonial possono essere efficaci perché offrono il parere favorevole di un terzo.
P.S. Ancora una cosa. Sai cosa dice della nostra soluzione John Q. Smith di Acme? “All’inizio ero scettico, ma sono due anni che la usiamo: il ROI è cresciuto del 20% e gli impatti sull’intera gestione aziendale sono ottimi. Leggi cosa dicono in tanti della nostra soluzione.
Il Post Scriptum funziona anche nelle presentazioni, come i famosi “one more thing” di Steve Jobs.