Mi è capitato davvero di rado di leggere un saggio o un libro inchiesta e di doverlo abbandonare a malincuore all’ultima pagina così come succede con un romanzo. Ci sei dentro ormai, hai vissuto con i personaggi per un po’ e vorresti rimanere ancora con loro, o incontrarne altri ancora.
A Nicola Bruno e Raffaele Mastrolonardo, autori di La scimmia che vinse il Pulitzer, il miracolo è perfettamente riuscito.
Il tema è battutissimo in questo momento: cosa succede al giornalismo? sta morendo? o si sta trasformando e preparando a nuove avventure?
La risposta è in otto magnifici racconti, con protagonisti che con il giornalismo come l’abbiamo sempre inteso all’inizio non sembrano avere molto a che fare. A portarceli è quasi sempre un’insoddisfazione, una difficoltà, un’ossessione, una scintilla che scocca quando loro stessi meno se lo aspettano.
Inseguono la loro passione finché non raggiungono l’obiettivo, nelle situazioni più diverse. E noi con loro: nel palazzone di una periferia olandese, in un party a New York, nell’Islanda in piena bancarotta, in un circo di Varsavia…
Il potere delle storie si sprigiona da un lavoro di documentazione accuratissimo. Ogni capitolo si conclude con i “retroscena”: notizie, link, bibliografia, articoli. Ma la profondità si accompagna anche alla divulgazione: niente è dato per scontato, tutto è spiegato, anche cosa sono Twitter e Wikileaks.
Per questo mi è sembrato un libro per tutti, e soprattutto per i ragazzi. Racconta anche il coraggio, l’ostinazione, la voglia di farcela, di inseguire un sogno. Tutte cose di cui tutti – in questo momento e in questo paese – abbiamo un gran bisogno.
Basta. Le storie vanno lette. Vi anticipo solo la mia storia e il mio personaggio preferito: Jacek Utko, giovane architetto polacco che invece di case si è messo a riprogettare giornali facendoli resuscitare nel nome della bellezza.
Sono perfettamente d'accordo.
Il libro è soprattutto appassionante, e trasmetto quell'entusiamo necessario davanti ad un cambiamento che è già iniziato.
S^, chiuderà tante porte ma ne aprirà molte altre.