Sono a circa metà di Idea Writers di Teresa Iezzi. Sottotitolo: Copywriting in a new media and marketing era.
In realtà, secondo l’autrice parole come copywriter e copywriting sono pronte per la pensione in un mondo dominato dal consumatore, in cui chi scrive deve soprattutto “mettere al mondo per conto di un brand cose utili, belle e divertenti, che facciano sentire le persone meglio rispetto a se stesse, al brand e al mondo.”
Il nuovo copy deve essere insieme narratore, curatore, inventore, generatore di idee, amante della conversazione come della tecnologia. A volte può essere tutto questo anche senza scrivere una riga, ma solo con una buona idea, come dimostrano brand quali Amazon, Zappos o Google.
Ma quando scrive, competenze e campo di azione si allargano a dismisura:
Le tue scelte lessicali e sintattiche devono essere particolarmente fresche e vivaci.
Devi divertire e informare al tempo stesso. Devi essere autorevole, affascinante, divertente.
Devi essere capace di raccontare una storia, ed essere pronto a farle prendere mille direzioni diverse.
E devi farlo usando tante voci quanti sono i brand sui quali lavori.
Devi saperlo fare in 140 battute o per tutta la lunghezza del retro del packaging.
Non sono molte le persone capaci di fare tutto questo.
In realtà ci sono, ma non pensano di essere dei pubblicitari.
Preferiscono definirsi autori. Editorialisti. Giornalisti. Blogger.
Il ruolo di chi scrive è sempre più importante perché, nonostante quello che molti pensano, la gente legge sempre di più: blog, riviste, Harry Potter, aggiornamenti di Facebook. Si legge tutto il tempo.
Gossage diceva: “La gente legge quello che gli interessa, e qualche volta si tratta di un annuncio pubblicitario.”
È ancora vero, solo che oggi qualche volta si tratta di un tweet.