Non ho letto gli altri libri di Guy Kawasaky, ma Enchantment mi ha definitivamente convinta che anche i più famosi guru delle presentazioni e della comunicazione persuasiva stanno raschiando il fondo del barile.
Intendiamoci, se siete nuovi a questi temi il libro vi offre una panoramica piacevole e completa, che si legge in un pomeriggio e offre tanti spunti. Ma se li frequentate da un bel po’ farete solo un ripasso in quello che avete già letto in Reynolds, Duarte e Heath.
Quello che però in questi libri americani trovo sempre interessante è la modalità di esposizione, che si serve di strutture e cornici fatte apposta per aiutarci a comprendere e a ricordare: simmetrie, schemi, formule a volte scontate ma altre molto efficaci.
Kawasaky, per esempio, alla fine riassume tutto il libro in una check-list di 20 domande. La check-list è un genere testuale praticamente ignorato da noi, che io amo moltissimo: si adatta a tutti i temi ed è utile non solo al lettore, ma anche all’autore per verificare la tenuta del testo. Quante macchinose procedure aziendali potrebbero essere sintetizzate in una bella check-list!
Anche stavolta non posso che concordare, avevo già twittato la mia delusione su "Enchantment". Mi era invece piaciuto molto "Reality Check", dello stesso autore, che ho consigliato a molti amici e che trovo molto più "sostanzioso". Comunque, dopo gli ultimi Reynolds, Kavasaky e Seth Godin, credo che per un bel po' mi asterrò dalle letture-guru 🙂
decisamente diciamo che da quello che leggo di questa recensione, questo libro é una checklist di cose già dette con in fondo la check list della checkl ist delle cose già dette…
della serie che questi americani sono fantastici nell'essere coerenti con il famoso payoff del MRI di paloalto: let's brief!
🙂