Con l’oggetto “Our brilliantly useful email”, l’agenzia di copywriting londinese The Writer mi manda un consiglio su come testare l’opportunità degli aggettivi, quelli cui nessuna brochure o newsletter di marketing riesce a resistere:
evento prestigioso
un cous cous saporito
un servizio di qualità
una favolosa opportunità
professionisti qualificati
Lo chiamano il “test del contrario”. Scrivereste così?
un evento di secondo piano
un cous cous sciapo
un servizio scadente
una mediocre opportunità
professionisti senza titolo
No? Allora l’aggettivo è inutile e potete sostituirlo con informazioni concrete.
Anch’io ho sempre fatto questo test alla buona, ma lo chiamavo il “test del ci mancherebbe altro!”
Ma come si fa quando il cliente si è impuntato su 'professionisti qualificati' e non vuole assolutamente sentire ragione? Nemmeno se gli dici che è più giusto citare direttamente la qualifica e spiegare l'importanza del lavoro svolto dal professionista. A volte penso che ci sono delle frasi fatte che fanno fatica a essere sostituite. Ci vuole pazienza e tenacia che non sempre un copy possiede, soprattutto quando il lavoro è pagato male e il cliente pretende uno scritto da Premio Pulitzer. A pensarci meglio, avrebbe da mettere becco anche sulle qualità di Hemingway. Questo non va bene… questa parola è sbagliata… assolutamente da cancellare! Vita da editor, dico bene Luisa?
Ps: un grazie grande grande grande per tutti i tuoi consigli.
Dici bene: pazienza e tenacia.
Poi certo non ci si può immolare per una parola.
Il consulente consiglia, il cliente decide.
Luisa
Ciao Luisa.
Dal basso della mia esperienza potrei aggiungere alcuni "orrori" tipici dell'area ICT:
"…la nostra soluzione è flessibile e scalabile, adatta ad integrazioni efficaci ed a basso impatto rispetto all'architettura in esercizio, abbattendo i costi di gestione…"
E CI MANCHEREBBE ALTRO….
secondo te sono così fesso che mi vado a comprare:
"…una soluzione rigida e monolitica, che per integrarla ci vuole la mano di Dio e che richiede di buttare a mare l'architettura in esercizio, aumentando i costi di gestione…" ?
🙂
Ciao.
il tuo titolo era decisamente migliore
Io parlo da consumatrice: BASTA con queste frasi fatte che non vogliono dir niente. Non credo di essere la sola ad essere stufa di aggettivi senza alcuna sostanza.
Prima mi infastidivano, ma era una cosa quasi incoscia. Da quando poi ho letto qualche libro di scrittura creativa mi sono resa conto che se vuoi che le parole giungano a chi le ascolta non bisogna raccontare ma far vedere. E così ho capito perché i "professionisti qualificati", "il cous cous saporito" ecc mi davano fastidio.
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