“Io vorrei anche che le tavolette non fossero smisuratamente larghe, avendo conosciuto il caso di un giovane, del resto studioso, che teneva dei discorsi troppo lunghi, perché egli li misurava dal numero delle righe, e questo difetto, di cui non si era potuto correggere nonostante frequenti richiami, sparì con il cambiamento delle tavolette.”
Lo scriveva Quintiliano quasi 2.000 anni fa e le tavolette in questione erano quelle di cera. Lo ricorda oggi Armando Massarenti nella sua rubrica Filosofia minima sul Sole 24 Ore (Quintiliano avrebbe amato l’iPad?), e così conclude:
“Chiaro? Date agli studenti prolissi una tavoletta più piccola e il loro stile si farà subito più rapido e incisivo.”
All'università un geniale professore di scrittura creativa mi fece riassumere un testo di 2000 parole in un post-it!
xD