La scorsa settimana Internazionale ha tradotto un articolo di New Scientist dal titolo La scienza del racconto, che fa il punto di un bel po’ di ricerche sull’impatto delle storie sul nostro cervello e la nostra psiche. Insomma, perché cerchiamo avidamente le storie e perché ci fanno sentire così bene.
Tutte le storie: quelle vere e quelle inventate, quelle lette e quelle ascoltate o viste, quelle verosimili e quelle inverosimili.
La carica emotiva che ci fa identificare con un personaggio rilascia l’ossitocina, un ormone che facilita il rilascio dei neurotrasmettitori, come dopamina e serotonina, associati a gratificazione, piacere e sensazioni di benessere.
Ieri mattina, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, la mia ossitocina deve aver raggiunto livelli notevoli, e con me almeno altre mille persone, se ce ne siamo stati con il fiato sospeso per un’ora e mezza ad ascoltare un anziano signore parlare della lunga vita di un artista nevrotico e geniale di quasi cinque secoli fa.
Il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci è davvero quello che Nancy Duarte e Garr Reynolds definirebbero un grande storyteller.
Solo, in piedi, al buio, con le immagini della Cappella Sistema e della Cappella Paolina alle sue spalle, parlando a braccio, ci ha fatto rivivere la tensione creativa di Michelangelo, i dolori alla schiena quando dipingeva supino la volta della Sistina e il colore gli colava sul viso, i rapporti difficili con i papi suoi committenti, l’elaborazione di iconografie rivoluzionarie, l’amicizia con Vittoria Colonna, la celebrazione della bellezza virile. Intessendo il linguaggio quotidiano, alla portata di tutti, con i versi più belli dei sonetti dell’artista.
Sono uscita dall’Auditorium con l’eco di quelle parole così scelte e precise, distillate in anni passati in archivi, tra migliaia di libri e a contatto diretto con le opere d’arte, discutendo ogni giorno con i restauratori. Solo tanta ricchezza e tanta abbondanza – mi sono detta – può dare vita a tanta limpidezza comunicativa.
Vale per un grande storico dell’arte e vale per tutti. Anche per me, come viatico per iniziare un’altra settimana.
che bello!
sei riuscita a trasmettere l'emozione dell'incontro.
grazie
silvia
Subito acquistato il numero di Internazionale, dato che la prossima settimana farò un incontro in azienda con tema "Il linguaggio"; grazie, come al solito, per il prezioso lavoro di 'raccolta e diffusione' di informazioni preziose, corredate da commenti critici molto importanti. E un grazie personale a lei, Luisa, per il suo pezzo sul 'naming', che ho utilizzato per un incontro sul tema!
Raffaella Musicò
Salve Raffaella
bellissimo il suono del suo cognome, allegro e tamburellante.
Mi ha strappato un sorriso in una mattinata piuttosto faticosa per lavoro e per l'imminente nevicata.
Comunque mi associo ai ringraziamenti per il generoso contributo professionale di Luisa.
Saluti sardi
Miriam
Non vedo l'ora di mettere le mani sull'articolo dell'Internazionale.
Grazie per i preziosi consigli
ciao
Martina
Ero presente anch'io domenica mattina nella Sala Sinopoli dell'Auditorium ad ascoltare il professor Paolucci che ci leggeva con parole semplici. ma fortemente evocative, i capolavori di Michelangelo Buonarroti. Paolucci, oggi direttore dei Musei Vaticani, nel '95 fu ministro ai Beni Culturali nel governo Dini. Quando l'anno successivo Prodi divenne premier lo sostituì con Veltroni. Anche questo fatto, poco noto, ci dice quante buone occasioni siano state perdute per diventare un paese più avanzato e moderno, nel quale la politica non si riduca alla strenua e irriducibile lotta tra gli occupanti di turno, divisi su tutto eppure così simili nella loro misera faziosità.
Giuseppe
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