“Come tutti avranno ormai notato noi viviamo in una civiltà che negli ultimi vent’anni ha deciso di farsi governare dalla narrazione: l’ha presa come forma privilegiata di qualsiasi comunicazione.” scrive Alessandro Baricco su Repubblica di oggi e come “esempio ridicolo” cita un frullato che si chiama Storie di frutta.
Non conoscevo il frullato, ma quando mi imbatto nell’esaltazione dello storytelling – e ormai capita ad ogni angolo di libreria e di web – faccio sempre fatica a focalizzare la sostanza dietro lo slogan.
Forse per questo ho apprezzato molto un piccolo dossier appena pubblicato da quella meraviglia del giornalismo online che è Poynter.org.
Lo spunto è un fatto di cronaca: una sparatoria in cui rimangono uccisi due poliziotti.
Una squadra di giornalisti indaga nella vita del killer e l’articolo che ne viene fuori è una vera e propria storia.
Ci si poteva fermare qui, ma il Poynter è una scuola di giornalismo, per cui l’articolo è analizzato dal punto di vista narrativo in un altro articolo che ne spiega i meccanismi.
E non basta ancora, perché Roy Peter Clark, in un articolo “doppio strato” fa la sua lettura del testo ai raggi X: a ogni parola evidenziata appare un callout che spiega perché quella scelta testuale funziona o meno:
Di parole da cliccare ce ne sono ben 29, tutte minilezioni di scrittura, come i popup dei libri per bambini.
Lasciatevi andare alla scoperta, senza dimenticare che la lettura ai raggi X è un esercizio utilissimo per migliorare le nostre capacità espressive. Bastano un giornale, un paio di evidenziatori e… un po’ di tempo. Appena una frase o una parola ci colpiscono, fermiamoci ad analizzare perché. Ma soprattutto scriviamolo, quel perché.
Il solo fatto di esprimerlo in forma scritta lo scolpisce nel nostro magazzino di modelli testuali e sarà facile per il nostro emisfero destro tirarlo fuori al momento del bisogno.
Lo so che gli articoli che vi segnalo oggi sono in inglese e pure un po’ lunghetti, ma le barbariche esplorazioni in superficie danno il loro meglio se intervallate da calme immersioni profonde.
Ne è convinto anche il barbaro Alessandro che così conclude la sua recensione al libro di Walter Benjamin “… dove chiede fatica, restituisce bellezza. Secondo un vecchio schema piuttosto in disuso, che però, ogni tanto, non è male tornare a visitare”.
e allora perché non leggere anche http://www.amazon.com/Reading-Like-Writer-Guide-People/dp/0060777044 ? 🙂
Penso che andrò a dare un'occhiata!
Grazie per l'ennesima preziosa informazione
MissMartinaB
Buongiorno Luisa,
con estrema umiltà, sento profondamente la mancanza della stessa opportunità, di concezione prettamente anglosassone, per praticare sul campo l'essenza stessa del giornalismo d'indagine e di conoscenza proprie di ogni entità indipendente.
liamerin@virgilio.it
[…] Lo storytelling ai raggi X […]
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