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18 Ottobre 2010

La tipografia per pensare e scrivere meglio

Tra i nuovi libri che mi sono arrivati in questi giorni da IBS (sono già tutti nella mia libreria di Anobii), uno è veramente un lusso perché si tratta della seconda edizione di un libro che già ho, Thinking with type di Ellen Lupton.

Cosa sia quel type, è spiegato subito, appena girata la copertina: Typography is what language looks like, è l’aspetto del linguaggio, ciò che possiamo percepire con i nostri occhi, quindi font, spazi, impaginazione.
La copertina prometteva una nuova edizione “revised and expanded”, l’autrice è una persona seria e il primo libro mi è piaciuto talmente tanto che non ho resistito all’acquisto.

Nondimeno ho cominciato a sfogliare con una certa apprensione, perché non volevo ritrovarmi davanti esattamente lo stesso libro. Non lo è, soprattutto per la parte visiva, che è la più aggiornata.
Ho assaggiato qua e là, e spero di condividere gli assaggi con voi man mano che lo rileggerò.
Comincio con due.

Il primo è la riflessione dell’autrice sul titolo del libro:

Questo libro riguarda il pensare con la tipografia.
La tipografia è infatti uno strumento per fare cose con: dare forma al contenuto, dare al linguaggio una consistenza fisica, permettere ai messaggi una diffusione sociale.
La tipografia è una tradizione che ti connette con altri designer, con il passato e il futuro.
La tipografia è sempre con te, dovunque vai: per strada, in un grande magazzino, sul web, a casa tua.

Conoscerne le basi aiuta enormemente anche gli editor che hanno a che fare solo con i testi e che non impagineranno mai un libro e nemmeno una brochure.
I suggerimenti della Lupton sulla formattazione riguardano la funzione dei font, degli spazi e degli stili del carattere, non questioni meramente estetiche.
Esplorare la forma del testo, immaginare alternative, aiuta spesso anche a rimettere mano al testo stesso, limandolo e migliorandolo.

Altre riflessioni sono dirette proprio agli editor, come la differenza tra le tre diverse fasi dell’editing:

Developmental editing
riguarda soprattutto il contenuto e la struttura del testo e comporta anche il giudizio sull’opportunità della pubblicazione

Copy editing o line editing
ricerca le ridondanze, le incongruità, gli errori di grammatica, senza entrare nel merito del contenuto né alterare lo stile dell’autore

Proofreading
ricerca gli errori di ortografia, di coerenza, di impaginazione.

PS Il libro è stato di recente tradotto da Zanichelli con il titolo Caratteri, testo, gabbia. Guida critica alla progettazione grafica, credo facendo riferimento alla prima edizione.

0 risposte a “La tipografia per pensare e scrivere meglio”

  1. Qualcuno mi ha già chiesto cosa sia il fumetto blu che compare un po' a caso in mezzo al testo.
    Non lo so proprio, ma se qualcuno lo sa e mi aiuta a toglierlo gliene sono grata.

    Luisa

  2. Cara Luisa
    se mi posso permettere – visto che tra i tuoi libri di Anobii non c'è, però magari lo conosci lo stesso – un libro che, pur nel suo tecnicismo, io trovo struggente è quello di Robert Bringhurst, Gli elementi dello stile tipografico (Sylvestre Bonnard). È un libro di fronte al quale alcuni grafico storcono (leggermente) il naso perché – dicono – è troppo poetico, e di conseguenza troppo poco tecnico. A me pare un male minore, se pur è un male; e l'ho letto con grande piacere, e consultato tante volte.
    Ciao
    db

  3. Buonasera Luisa! B

    Per il blog Terminologia ecc.,  "tipografia" non ha proprio lo stesso significato di "typography" in inglese. Cosa ne pensi?

     

    http://blog.terminologiaetc.it/2010/10/12/kinetic-typography-tipografia-cinetica/

     

    Anna Buonasera Luisa! 

    Per il blog Terminologia ecc.,  "tipografia" non ha proprio lo stesso significato di "typography" in inglese. Cosa ne pensi?

     

    http://blog.terminologiaetc.it/2010/10/12/kinetic-typography-tipografia-cinetica/

     

    Anna 

  4. Cara Luisa,

    hai modo di dirmi se la traduzione italiana di Zanichelli e' basata sulla prima o seconda edizione di Thiking with Type?

    Grazie,
    Arianna

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