Cerco di essere molto parsimoniosa con gli elenchi puntati nelle slide, ma mi piace interrompere con elenchi testi più lunghi e visivamente monotoni.
Amo gli elenchi perché portano nel testo leggerezza e simmetria, due elementi preziosi per la leggibilità. Gli elenchi ti impongono l’ordine, dell’occhio e del pensiero.
Le voci di un elenco, puntato o numerato che sia, evidenziano la diversità dei concetti, delle caratteristiche e degli elementi attraverso strutture identiche. Far quadrare le due cose è uno dei lavori editoriali più sfiziosi.
Questo vale anche quando l’elenco è di seguito, all’interno del testo. Per questo detesto la parola che ne interrompe – quasi sempre a sproposito – la simmetria: la congiunzione nonché.
A chi scrive nelle amministrazioni e nelle aziende pare brutto – chissà perché! – introdurre l’ultima voce dell’elenco con la congiunzione e. Troppo breve, troppo semplice, troppo quotidiana.
Se avete nonché sulla punta della penna o della tastiera, allarme. Idem per l’avverbio parente, altrettanto antipatico e intrusivo: altresì.
…… eliminiamo gli avverbi e velocizziamo la lettura con gli elenchi … la slide ne ha bisogno perchè è la base per il presentatore …. sei ilmio caffè al mattino…. buon lavoro
cara Luisa, è vero il testo allegerito si legge più volentieri; non ci avevo pensato, ma un altresì, usato tanto nei testi in burocratese, in meno dà aria a chi legge e achi ascolta. ciao marina
Sono sostanzialmente d'accordo col post, solo una cosa non mi torna ed e' quella parolina – slide – alla prima riga: mi ha fatto tornare in mente questo video che parla proprio di elenchi e di presentazioni: http://www.ilpost.it/2010/09/17/ricetta-per-una-presentazione-mortale-con-powerpoint/Se le slides di cui si parla sono altre, non legate a presentazioni e Power Point, come non detto :)Resta comunque il piacere di leggere questo blog su cui torno saltuariamente, ma sempre volentieri.Morena – Belluno