Solo una volta ho abbordato un libro di Saramago, e confesso che non sono riuscita ad andare avanti.
Però una volta lui l’ho incontrato inaspettatamente e mi fece molta simpatia. Fu a Madrid, nel maggio del 2001.
Ne scrissi sul sito, in una sezione che non esiste più perché poi è stata sostituita dal blog. Sono andata a ripescare quel ricordo. Eccolo:
L’occasione: la Feria del Libro, una vera, gratuita e immensa festa dei libri nel più famoso parco della capitale spagnola, il Parco del Retiro.
Lo scenario: un lunghissimo viale lungo il quale si snoda la più grande libreria all’aperto che abbia mai visto, centinaia di casetas delle case editrici, dalle più famose alle più piccole e specializzate. In mezzo alla folla, mimi e artisti di strada invitano i passanti a sfogliare i libri. Una platea di bambinetti estasiati, seduti sul prato, ascolta una cantastorie che tira fuori foglietti e raccontini dalle scarpe, dalla borsa e dal cappello.
La temperatura: 40°, 100% di umidità.
Il miracolo: una fila ordinata e infinita di persone aspettano pazientemente con uno spesso libro in mano, sventolandosi con i depliant e gocciolando di sudore. Incuriosita, cerco di arrivare all’inizio della fila: dentro un piccolo stand di legno, c’è un anziano signore con la camicia bianca e la cravatta, una bottiglietta di minerale vicino e una pesante stilografica in mano. Sopra, un cartello scritto a mano: “está firmando José Saramago”. Il premio Nobel della letteratura chiede ai suoi lettori come si chiamano, scrive una lunga dedica, firma il libro, si congeda con un sorriso dolce e una vigorosa stretta di mano. Il tutto per centinaia di volte.
devi aver abbordato il libro sbagliato o non eri in vena in quel periodo…Saramago è un grande. ti consiglio di riprovare a leggerlo. magari inizia con Cecità.marco
Grazie, Marco.Sì, riproverò e quanto al libro seguirò il tuo consiglio.Luisa