Avevo tenuto da parte per un po’ Switch, il nuovo libro di Chip e Dan Heath dedicato a “come cambiare le cose quando cambiare è difficile”.
Avevo paura della delusione da secondo libro, perché Made to stick è un libro geniale.
Ora che ho quasi finito Switch posso dire che non sono affatto delusa.
I due fratelli si confermano divulgatori straordinari, capaci di essere sempre chiari “anche quando il tema è difficile”.
Anche stavolta, infatti, hanno abbordato un temone: dopo l’efficacia della comunicazione, il cambiamento.
A tutti i livelli: organizzativo, sociale, familiare, professionale, personale.
La formula non cambia, ma funziona: subito il metodo, poi l’approfondimento del metodo un capitolo dopo l’altro, infine schede risssuntive e ricca bibliografia. In mezzo, questa volta, Clinic, cioè casi disperati.
Ma quello che mi incolla sempre alla lettura – manco fosse un giallo – sono soprattutto due cose.
Primo: l’abbondanza di storie di cambiamento, raccontate in modo avvincente, e le persone vere che ne sono protagoniste. Rispetto a Made to stick, meno persone famose, ma forse più interessanti: infermiere, manager disoccupate cui viene offerta una seconda opportunità, reduci dal Vietnam, direttori di scuola, capocontabili, direttori di call center, insegnanti in scuole difficili.
Hanno pochi mezzi, o pochissimo tempo, o tantissimi vincoli. Insomma, sono più o meno tutti in una situazione apparentemente senza via di uscita. Eppure riescono a operare piccoli e grandi cambiamenti osservando il problema secondo prospettive meno scontate.
Secondo: anche se già lo sai, capisci quanto contano le parole che scegli per comunicare quando l’obiettivo ti sta molto a cuore.
Le parole dei due autori, che come sempre costruiscono il libro secondo poche immagini efficaci, (come la destination postcard, la visualizzazione di dove vogliamo arrivare, o i bright spot, gli esempi che funzionano), quelle che noi siamo invitati a scrivere sui nostre strategie di cambiamento (script the moves) e quelle che gli sconosciuti eroi quotidiani del libro scelgono per motivare, entusiasmare, convincere o far tacere.
Per il metodo, come vedete, basta una scheda. Per le storie e le emozioni ci vogliono 300 pagine.
Grazie Luisa per aver segnalato e presentato un libro così interessante.Posso chiederti un consiglio per dare un'accelerata alla conoscenza della lingua inglese?ChiaraPordenone
Chiara,io la mia conoscenza dell'inglese la mantengo leggendo e ascoltando molto quello che mi interessa. Trovo che sia la molla migliore.Made to stick dei due Heath, per esempio, è un libro scritto benissimo, né troppo difficile né troppo facile, ma è talmente interessante che non lo molli solo perché non capisci qualche parola.Penso anche che oggi aiuti leggere sul Kindle, perché hai il dizionario in linea, così vai più spedita. Penso che sarà uno dei miei prossimi acquisti.Ciao, buona settimana.Luisa
Luisa, grazie davvero per avermi schiarito le idee e dato un tuo parere. Buona settimana anche a te.Chiara
bella bella la "destination postcard": la userò al posto della "profezia che si autodermina" di Watslawick.