Negli ultimi due anni ho molto lavorato alla semplificazione e alla comunicazione di testi giuridici o su temi giuridici. Con molta apprensione all’inizio, dato che il mio background di studi è del tutto diverso, poi con sempre maggiore dimestichezza e anche con gusto.
Non saranno lavori “creativi” nel senso corrente del termine (e qui Annamaria Testa avrebbe un sacco di cose da dirci, ma possiamo leggere il suo ultimo libro), eppure a me hanno insegnato tantissimo sul piano della precisione e del rigore.
Nei testi che devono essere compresi anche dal grande pubblico si può agire sia sul piano lessicale che su quello sintattico, con qualche calcolata e consapevole approssimazione.
Ma quando gli interlocutori sono tecnici, come nei testi cui sto lavorando in questi giorni, le cose si fanno molto più complicate e più alte le resistenze di chi quei cambiamenti deve accoglierli apprezzandone i miglioramenti.
In questi casi i margini per lavorare sul lessico sono molto più esigui. Quelli sulla sintassi e le strutture lo sembrano a prima vista, perché i testi giuridici al profano appaiono come dei monoliti, bloccati e intoccabili. Togli una cosa e tutto il resto sembra crollare.
Ancora una volta la chiarezza e la grazia della professoressa Mortara Garavelli mi hanno soccorso. Ho rispolverato il suo Le parole e la giustizia, ho riguardato tutte le mie chiose a matita (meno male che non ho timore di profanare i libri con gli appunti!) e con il suo viatico sono ripartita rincuorata con l’analisi dei testi. Testi che sotto lo sguardo finalmente calmo e paziente, illuminati dalle chiavi giuste, si sono alquanto ammorbiditi, tanto da farsi rimodellare come cera.
Ho tenuto tutti i tecnicismi necessari, ma ho tolto tantissime parole superflue e sostituito quelle inutilmente complicate, che appannavano la chiarezza dei concetti (pertanto, altresì, valenza fondamentale, significativa valenza, rilievo dominante, relativamente a, apposito, specifico, scenario di riferimento), anticipato proposizioni principali e conclusioni, abolito passivi e forme impersonali, rititolato sezioni e sottosezioni, ma soprattutto ho lavorato sulle strutture.
I testi del settore giuridico non amano la variazione, ma la simmetria, che significa lavorare bene soprattutto sugli elenchi e la formattazione, liberandosi per sempre dal timore della ripetizione, anzi piegandola ai nostri obiettivi comunicativi.
La professoressa Garavelli ne dà numerose dimostrazioni ispirandosi soprattutto alla nostra Costituzione, così sono andata a riprendermela:
Art. 1
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Monotona? Cristallina, direi. Soggetto, verbo, complemento. Frasi brevi e solo le parole che servono, semplici e precise.
PS Un utile complemento a questo libro, anche perché più divulgativo e più recente, è il Manuale di stile dei documenti amministrativi di Alfredo Fioritto.
La Costituzione è' stata scritta cristallina per essere per tutt*. Ma poi cos'è successo? Perchè i messaggi semplici e importanti fanno più fatica delle frasi di Shakespeare a divenire senso comune?
Frasi brevi e solo le parole che servono, semplici e precise.La semplicità non è da tutti e non è di tutti: richiede abilità, pazienza e tanto lavoro. È per questo che i recenti tentativi di rimaneggiamento sono stati a dir poco penosi.
La nostra Carta fondamentale, fonte primaria del diritto, è il risultato di argomentazioni di uomini usciti sfiniti dalla II Guerra mondiale. Ognuno di loro ha contribuito con scienza e coscienza, con la propria cultura e con il rispetto delle idee altrui. Pathos e cervello uniti per comunicare ad un popolo stremato i valori che devono essere alla base di una Nazione moderna, conscia dei propri errori e decisa a non ripeterli.Ecco, lo scopo era di essere chiari il più possibile per camminare uniti su una strada nuova di zecca senza sassolini che avrebbero ostacolato un andamento fluido.Ora io mi chiedo: ma veramente i testi legislativi, fruibili e disponibili con facilità a tutti i cittadini oggi, VOGLIONO essere chiari?Qualche giorno fa ho ricevuto un'informativa dall mia banca: 27 pagine fitte fittissime, font piccolissimo, niente neretti, nulla di nulla. Tante parole, il niente…Indovina? ho letto le prime tre frasi e poi, ciao!A che gioco stiamo giocando? e la trasparenza?Troppo facile dire " Te lo avevo comunicato". Ma possibile che i colletti bianchi non si accorgono dei macigni che scrivono per non farci capire nulla?Io, allora, mi riprendo in mano la Costituzione e mi delizio di cristalline chiarezze passate, ma sempre attualissime.Simonetta
Segnalo l'istruttivo articolo sul linguaggio della Costituzione apparso su Il Corriere della sera il 30 marzo scorso.Ciao,Ardovig
[…] spiega benissimo la professoressa Bice Mortara Garavelli in un suo libro meno noto, ma molto utile, Le parole e la giustizia. Se poi il testo viene letto attraverso la finestra dello schermo, andarsi a cercare […]