Ho studiato bene la grammatica solo alle scuole elementari, quando la maestra già in terza ci fece comprare un piccolo quaderno da dedicare solo a questa materia. Il mio era frivolissimo, rosa cipria, e sembrava un diario personale più che un quaderno di regole ed esempi. Quel formato mi obbligava a scriverci dentro con gran cura e precisione.
L’età dell’oro della grammatica è finita lì. Il resto della mia formazione scolastica si è svolto dal sessantotto al settantasette, periodo in cui tutto si studiava fuorché le regole.
La grammatica l’ho ristudiata da grande, non in maniera sistematica bensì ogni volta che inciampavo in un problema o mi veniva rivolta una domanda o un’obiezione cui non sapevo rispondere. Ho inciampato talmente tante volte che oggi ho buoni argomenti quasi per tutto.
Quasi, perché la questione dell’alternativa proprio/suo (o loro) era ancora aperta. Fino a poco fa, quando dopo aver visto una correzione su un testo mi sono decisa ad andare a fondo.
Breve: io uso abbastanza suo, perché mi sembra più colloquiale e diretto di proprio. Abbastanza, perché vado molto a orecchio e a istinto.
Però vedo che spesso, anzi quasi sempre, il mio suo mi viene corretto come se fosse un errore e cambiato in proprio.
Ecco cosa dice il professor Serianni, che con la Garzantina L’Italiano mi tira fuori ancora una volta dall’incertezza e dai guai:
Proprio può sostituire l’aggettivo possessivo di 3^ e di 6^ persona a condizione che si riferisca al soggetto della frase; ed è più comune di suo se la frase ha soggetto indefinito o implicito: “ognuno ama i propri figli”, “amare i propri figli”. È sempre consigliabile usare proprio per evitare equivoci: “Carlo vide Mario con la propria moglie” (cioè con la moglie di Carlo; dicendo “vide Mario con sua moglie” si potrebbe pensare alla moglie di Mario.
Mi consolo: “può”, non “deve”. E quanto agli equivoci, posso continuare a contare sui consigli del mio orecchio.
salveil secondo esempio non è chiarificatore"Carlo vide Mario con la propria moglie" mi pare continui a lasciare l'incertezza su chi sia il marito della donna.sbaglio?A.T.
Sono d'accordo con A.T., in quella frase la moglie può essere comunque sposata a Mario. Il motivo è che Mario è nella posizione di soggetto della frase ridotta "Mario con la propria moglie".Io nel mio piccolo uso sempre "suo", per ragioni eufoniche (Sciascia si guardò bene dallo scrivere "A ciascuno il proprio"), e se c'è rischio di equivoci cambio la frase pur di evitare l'orrendo "proprio".Rufo
Avete abbastanza ragione… aggiungo l'opinione che ho trovato sul sito della Crusca.Luisa
Senza integralismi, la "regola" del prof. Serianni non è poi così intepretabile: sia il "ciascuno" di Sciascia che il "Mario" dell'esempio non sono soggetti…
"Carlo vide Mario con la propria moglie" e capì di avere le corna.Non lascia equivoci
… potrebbe sembrare che la frase precedente sia una battuta facile e scontata. In realtà le nostre grammatiche sono spesso contestuali e perciò stesso difficili da interpretare.Talvolta il linguaggio è anche non testuale ("mario ha visto giuseppe con sua moglie" strizzando l'occhio è inequivoco).Del resto alcune delle difficoltà nel tradurre grammatiche in cibernetica è proprio nell'ambiguità di alcune strutture non formali. Il classico esempio "quell'uomo è un cane" oppure espressioni come "piove a catinelle" (quest'ultima nella versione inglese "it's raining dogs and cats"). … e sono l'incubo dei progettisti di traduttori automatici.Gianluca
se dici "Carlo vide Mario con la propria moglie" vuol dire con la moglie di Mario.Invece se dici "vide Mario con sua moglie" ci può essere l'equivoco.Non trovi?Saluti e complimenti per il blog, interessanti argomenti, pulito e utile.http://www.frankiodice.com
cito:se dici "Carlo vide Mario con la propria moglie" vuol dire con la moglie di Mario.Invece se dici "vide Mario con sua moglie" ci può essere l'equivoco.Non trovi?fine citola discussione era partita da presupposti contrari: "Carlo vide Mario con la propria moglie" – farebbe supporre che la moglie è di Carlo, ma, evidentemente, la 'regola' non è così chiara e "proprio" e "suo" sono praticamente equivalenti in quanto a possibilità di confusione.A.T.
Grazie a tutti!Le cose sono sempre un po' più complicate di quanto sembrano, soprattutto se si guarda al contesto oltre la breve frase-esempio.
Uhmmm, mi sa che continuerò a fidarmi soprattutto del mio orecchio ;-)Luisa