Stamattina, mentre mandavo le mie prime email di lavoro, pensavo che i miei interlocutori mi immaginano sicuramente sui testi già alle cinque del mattino se alle sette riesco a inviare loro densi e lunghi documenti.
Non è così e appartengo alla categoria (fortunata o sfortunata a seconda dei punti di vista) che se non dorme otto ore per notte il giorno dopo non ragiona.
La verità è che con il tempo, e soprattutto da quando sono libera professionista, ho imparato che c’è un orario preferibile per ogni tipo di lavoro.
Collocare ogni lavoro nel suo giusto orario mi aiuta a gestire le giornate affollate come oggi senza andare nel pallone, e se ora mi ritrovo a scrivere questo post è perché per una volta la cosa è riuscita talmente bene che la mia lista di cose da fare si è esaurita prima del previsto.
Da sempre per me vale la regola che prima si fanno le cose che preoccupano di più, poi il resto: l’ansia così non fa nemmeno in tempo a salire un po’ che già puoi tirare un sospiro di sollievo. Le cose più semplici poi sembrano una specie di divertimento e divertimento diventa anche rivedere con calma il testo difficile e limarlo ben bene prima della scadenza.
A questa priorità ho poi aggiunto il fattore orario della giornata.
La mattina, subito dopo il caffè, è il momento delle ultime letture prima dell’invio. Non la revisione vera e propria, ma quella lettura a mente fresca, quando la mente è ancora sgombra di pensieri, immagini e parole, che rivela anche il minimo inciampo del ritmo e il refusino che ancora era sfuggito.
Da tempo ho imparato che non devo mai mandare un testo dopo le quattro del pomeriggio, tranne casi di reale urgenza. Preparo tutto la sera, anche l’email di accompagnamento, ma il file allegato deve passare il test della “mattina appena sveglia”.
Soprattutto nell’ultimo anno, il momento della colazione è anche quello della lettura dei giornali e dello spulcio dei social network. Prima, se ero molto occupata, passavo giorni senza navigare e mi ripromettevo di recuperare appena possibile. Ora non ci riesco più e sento che una fetta quotidiana, anche solo mezz’ora, all’aggiornamento va dedicata. Altrimenti sento di essere tagliata fuori.
Vagabondare tra rassegne stampa, aggregatore, blog e tweet dà più gusto e sapore alla mia colazione, un po’ come addentare la mela dava più gusto alle letture di Jo March appollaiata su un albero.
Poi preparo la check-list della giornata e comincio dalle cose più piccole, come per fare un po’ di stretching. Il più delle volte il muscolo preposto non vuole saperne di allungarsi e mettersi a lavorare, e allora abbordo la cosa più piacevole, oppure preparo la scaletta e il progetto del testo complicato che devo scrivere.
Ma pian piano il ritmo mi prende e quando sento che è arrivato parto con la redazione dei testi lunghi e non mi fermo finché non arrivo alla fine. Se posso, chiudo subito il file e non rileggo fino al giorno dopo.
A quel punto, meglio divagarsi con un post. Come questo.
Ancora dei meravigliosi consigli su come organizzare le giornate di lavoro. Grazie, Luisa.Gianni
mi conforta riconoscere dei punti comuni con la mia scaletta giornaliera..:)ciao,Francesca
Post davvero prezioso, anch'io la ringrazio tanto.Maria
Alle sette del mattino il mondo è ancora in ordine.
E' vero, a volte anch'io lascio da parte le cose più complicate da gestire mentre se le facessi subito starei sicuramente meglio. Ci proverò! Grazie per i consigli
Ho sentito profumo di pane appena sfornato leggendo questo testo…grazie!Marcella
Grazie davvero! Voto soprattutto per la decisione di non mandare niente dopo le quattro del pomeriggio… di sicuro ci si risparmia un sacco di rimpianti : )Da domani provo a sperimentare un po' di questi tuoi ritmi, vediamo se sono più compatibili per questo lavoro.Emy
è molto bello il titolo di questo post, mi ha fato pensare immediatamente al libro biblico chiamato Ecclesiaste o di Qoelet:Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,un tempo per demolire e un tempo per costruire.Un tempo per piangere e un tempo per ridere,un tempo per gemere e un tempo per ballare.Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,un tempo per serbare e un tempo per buttar via.Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,un tempo per tacere e un tempo per parlare.Un tempo per amare e un tempo per odiare,un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
anche a me piace questo modo di scrivere che ha mi piacerebbe anche a me saper scrivere così pulita anche se non lavoro con la scrittura complimenti sinceri
Jo March! E' uno dei personaggi più autonomi e fattivi in cui io mi sia mai imbattuta. Ricordo ancora il sacrificio da lei fatto ( taglio e vendita dei propri capelli ) per sostenere la famiglia. In grado di ottimizzare qualsiasi cosa… Un pò come te!P.S.Quando sono stata a Boston ho voluto farmi scattare una foto seduta sui gradini della dimora (di sapore jamesiano) della Alcott.Ho letto da ragazzina Piccole donne 6 o 7 volte.Ciao,Giacinta
Salve a tuttisono Francesca consulente di Open Human Solutions, società di formazione. Voglio segnalarvi l’uscita del nostro libro intitolato “Il lavoro che verrà. Racconti di intelligenza emotiva.” Si tratta di una serie di racconti il cui protagonista è Conrazio, un giovane laureato che si avvicina al mondo del lavoro e scopre dei meccanismi e delle dinamiche prima sconosciute che l’università ha dimenticato di mettere in luce prima della laurea. E’ un testo molto utile sia per gli studenti che devono ancora fare capolino nel misterioso e, a volte, impervio mondo del lavoro, sia per tutti coloro che attendono una nuova occupazione o un cambiamento lavorativo. E’ un interessante spunto da cui partire per migliorare sè stessi e la condizione globale utilizzando intelligenza emotiva. Segnalo i link di riferimento con le informazioni utili per conoscere il percorso del giovane Conrazio: http://www.openhs.it/flip/Scheda%20Il%20lavoro%20che%20verrà.pdf http://www.openhs.it/libri3.html
[…] Non pretendere di completare tutto entro la giornata. Magari il tuo momento di massima energia è dopo aver scritto un fantastico post. Cominciane un altro, buttalo giù a grandi linee, poi lascialo per completarlo il giorno dopo. Sarà un bel trampolino di lavoro, una spinta positiva per cominciare la giornata. E godersi tutto il lavoro di limatura, editing, titolazione. (anche la giornata dell’editor ha il suo bioritmo: io faccio così e così) […]
[…] di ritmi Scrivere in affollata solitudine Non insistere, cambia strada e soprattutto corri C’è un tempo per ogni testo A tappe, o tutto d’un […]
[…] Per prendere dimestichezza con lo scrittore interiore e i suoi ritmi, sul Mestiere di scrivere potete leggere Scrivere, in compagnia del testo e su questo blog C’è un tempo per ogni testo. […]