Come è difficile mettersi dalla parte del lettore, pensare un po’ con la sua testa, calarsi nei suoi panni! E’ difficile anche nei messaggi più semplici.
Come tutti ricevo una quantità sconsiderata di email da persone che non conosco e su argomenti che non mi interessano. Però molte di queste mail le apro e le leggiucchio per curiosità di comunicatrice.
Molte mi segnalano libri, molte altre mi invitano a eventi.
Cinque minuti fa ne ho ricevuta una con l’invito a una mostra. Carina, garbata, ben scritta, con molti particolari sulle opere, artisti importanti e un indirizzo che mi ha incuriosita, piazzetta IV marzo, nel “cuore pulsante della città”. Già, ma quale città?
Rileggo tutto, ma la città non è mai menzionata.
Strano fenomeno, che però osservo molto spesso. Lanciamo i nostri messaggi nel mondo globale, ma scriviamo come se il mondo coincidesse con il perimetro del nostro paese, della nostra città. Quello che è noto a noi, è noto a tutti.
Alla fine un mumero apre uno spiraglio sulla città dal cuore pulsante: 011. Siamo a Torino.
…"Non dare mai niente per scontato"…Ci ripeteva il nostro maestro giornalista RAI.E aveva ragione!Simonetta
Il tuo post mi richiama il bel discorso di Maurizio Ferraris in "Dove sei? Ontologia del telefonino", su un mondo in cui ognuno comunica da un "altrove" e tuttavia è sempre raggiungibile, i messaggi arrivano in un secondo anche se le onde attraversano centinaia di migliaia di chilometri e il tempo da risparmiare ha ucciso lo spazio da vivere.P.S. non so quali ghirigori abbiano disegnato queste parole ma io scrivo da Bergamo…
Il problema è proprio che chi comunica pensa di essere sempre al centro del mondo, ovvero che tutto ruoti attorni a lui… mai che lui ruota attorno al cliente.Lorenzo Baraldo
Questo è ancora più vero quando si traduce, quando è imprescindibile andare verso l'altro per comunicare, come l'etimologia del termine lo dice del resto (tradurre = spostare, trasferire).Peccato però che tanti testi siano ancorati al contesto in cui sono stati scritti, e che la maggior parte dei clienti diano per scontato che tutto il mondo la pensi come loro. Guai a spiegare, nella traduzione per un inglese, cosa sia la piadina romagnola. Ma come? Non lo sa?Per assurdo che possa sembrare è proprio così per noi traduttori e interpreti: una lotta continua contro chi nella non corrispondenza perfetta tra testo di partenza a testo di arrivo vede una cattiva traduzione, anziché una traduzione comuniva per il web..Fortuna che ci sono giorni come questo, in cui mi sono imbattuta in un sito straordinario. Uno di quelli a cui fare un link sincero e riconoscente…
fantastico. anche a me, che razzolo – e scrivo – tra locale e nazionale, capita spesso di ricevere comunicazioni misteriose del genere. a volte mi pare che proprio non sia chiaro qual è il loro destinatario.(io comunque scrivo dai Castelli Romani!)
Anche scrivere…io scrivo dai Castelli Romani….non è poi così immediato…in teoria potresti scrivere pure da Lanuvio? Perbacco…giammai son di Frascati….forse!!!
Sembra la classica "dimenticanza" da multitasking. Evidentemente chi ha scritto l'email nel frattempo twittava con l'altra mano e magari chiacchierava pure col vicino di scrivania!