Il Tuttolibri della Stampa di oggi è in gran parte dedicato alle memorie e ai racconti della Shoah: mercoledì prossimo 27 gennaio è la giornata della memoria.
Sullo stesso tema proprio stamattina ho finito di divorare un piccolo libro molto singolare: Il cielo cade di Lorenza Mazzetti, pubblicato nelle Memorie blu di Sellerio.
I più terribili mesi della seconda guerra mondiale sono visti con gli occhi e raccontati con la voce della bambina Penny che vive con la sorellina Baby in una grande villa nella campagna toscana, stretta tra i figli dei contadini compagni di giochi, la maestra che fa cantare loro l’epopea del Duce, il parroco che evoca continuamente le fiamme dell’inferno, i severi ma amorevoli zii.
Zii un po’ speciali, perché zio Wilhelm di cognome fa Einstein. Cugino di Albert, è un uomo che fino all’ultimo non riesce a credere alla malvagità dell’essere umano, a separarsi dalla sua musica, dai suoi libri, dalla sua famiglia.
Non riescono a crederci nemmeno le due bambine. Già orfane dei genitori, ospiti degli zii, si impegnano con tutte le loro forze a cercare il bene dappertutto, anche negli occhi di ghiaccio di un ufficiale tedesco. Sono così decise, che qualche volta riescono persino a trovarlo e a godere momenti di bellezza e di pace mentre il loro mondo sta per crollare.
E crolla il 3 agosto del 1944, quando i tedeschi entrano nella villa e uccidono la zia e le cugine, inducendo lo zio al suicidio dopo poche ore. Risparmiano le due piccole solo perché si chiamano Mazzetti e non Einstein, e sono state battezzate.
Così abbiamo diviso le gioie della vita e ricevuto il loro affetto per anni ma al momento della morte siamo state separate da loro.
Questa vita mi è stata regalata solo perché ero “di un’altra razza”.
Tutti i sopravvissuti portano con loro il peso di questo “privilegio” e il bisogno di testimoniare.
Questo libro vuole descrivere la gioia e l’allegria che quella famiglia mi ha dato nella mia infanzia, accogliendomi come “uguale”, mentre sono stata “uguale” a loro nella gioia e “diversa” al momento della morte.
Non conoscevo Lorenza Mazzetti, né il suo libro fino a una settimana fa, quando l’ho incontrata a casa di amici. Non sapevo quindi quanto quella vita regalata sia stata ricca.
Il cielo cade vinse il premio Viareggio nel 1961, è stato tradotto in dodici lingue e ha ispirato il film dallo stesso titolo con Isabella Rossellini, sceneggiato da Suso Cecchi D’Amico.
Oltre che nel film, i personaggi del libro vivono ora anche nella mostra Album di Famiglia, diario di una bambina sotto il Fascismo, che si apre mercoledì al Complesso di San Michele a Ripa a Roma, dove rimane fino al 27 febbraio.
Lorenza Mazzetti usa il pennello in ritratti ad acquerello affettuosi e delicati, ma non rinuncia comunque alla penna. Sotto il ritratto di Einstein scrive: “Questo è il ritratto del cugino dello zio Robert e del fratello di Maia. Si chiama Albert Einstein. Vive in America, e quando è lì fa lo scienziato, e quando viene qui va in altalena.
Non vedo l’ora di leggere questo libro. Le due sorelline orfane che si impegnano a trovare il bene dappertutto mi fanno già venire il nodo in gola. Come Anna Frank.
Bellissima l’idea che Einstein andasse in altalena.
Lorenza è una straordinaria narratrice anche quando dipinge. La sua non è solo una mostra, ma un film, una rassegna di video, alcune citazioni fotografiche d’epoca, un libro, una serie di incontri …insomma un evento comunicativo che ti trascina dentro la Storia attraverso le loro storie (di Lorenza e Paola). In quello spazio particolarissimo che è l’Antica Casa di Correzione di Carlo Fontana nel complesso già singolare di San Michele a Ripa Grande. Il secondo piano, dove si svolgeranno le proiezioni, lascia senza fiato. Vedere per credere. Sto tornando, impregnato di suggestioni, proprio da lì, dove sono andato a salutare Lorenza impegnata nelle fasi preparatorie della regia del suo evento. Che grande lezione di vita pienamente vissuta ci trasmettono queste due ottuagenarie (anche la gemella Paola è un caso letterario ed artistico) felicemente inquiete! Da mercoledì 27, Lorenza ci aspetta con "zio Albert" in altalena e una galleria di scoinvolgenti personaggi.
Ovviamente i personaggi sono coinvolgenti e non "scoinvolgenti" come da refuso, sempre in agguato.
che post interessante. grazie!