L’editing sta ai nuovi media come l’esecuzione sta alla composizione.
È un atto di interpretazione, ricco di opportunità per capire, giudicare, far scaturire nuove idee.
Ogni individuo è diverso e costruisce diversamente la sua esperienza.
Nel nostro nuovo ruolo editoriale, siamo ormai metà autori e metà editor.
Eppure, facciamo – né più né meno – quello che generazioni di editor hanno sempre fatto: selezioniamo le fonti, diciamo “questo sì e questo no”, decidiamo i ritmi della lettura, diamo coerenza a ciò che è sparso e sconnesso.
Come scrive Liz Danzico in The art of editing: the new old skills for a curated life, nell’ultimo numero di Interactions, nel mondo dei social media (dove “everything is miscellaneous”), anche il lavoro dell’editor sta migrando e cambiando pelle.
Abbiamo sempre comunicato dietro le quinte dei testi, nascosti dagli autori, del tutto invisibili, con i soli 42 simboli della correzione delle bozze, carta e penna rossa e blu anche in piena era digitale.
I lettori ricevevano solo superfici pulite, terse e brillanti. Qualcuno aveva lavorato a monte.
Ora come lettori del web facciamo anche il lavoro di editing: dopo una mattinata di navigazioni, ho il tavolo ingombro di stampe evidenziate, pagine spillate per temi, post-it e un buon numero di finestre del browser aperte con le tracce del mio serendipico girovagare. Tutto per riflettere sul nuovo ruolo dell’editor e scrivere queste righe, ispirate da un articolo incontrato per caso un paio di ore fa perché segnalato da un mio nuovo follower su Twitter.
Oltre che autori, stiamo anche diventando tutti editor, anche se non lo sappiamo.
Siamo editor quando segnaliamo link sul blog, mandiamo un retweet, diamo una sequenza ai tweet, assembliamo contenuti multimediali ed emozioni in un post e poi ne estraiamo l’essenza in un titolo.
Come scrive la Danzico nel suo articolo, l’editing non riguarda più solo il pre-publishing ma anche il post, e riguarda più non solo una sola storia, ma la raccolta, la connessione e la distribuzione di storie.
Quali saranno i nostri nuovi strumenti – oltre a carta, penna rossa e segni di correzione – è un bel tema di riflessione per l’anno che è appena iniziato.
[…] grazie a quella tripartizione che mi trovo spesso così in sintonia con lei. Le devo anche il post Tutti scrittori, ma anche tutti editor, che mi ha aiutata a capire meglio la dimensione editoriale del mio attuale peregrinare in rete, […]