Il giornalista e scrittore Fabrizio Buratto sta realizzando una serie di interviste sulla scrittura nel mondo del lavoro per il sito Job24.
Ha cominciato con Paola Calvetti che, oltre ad aver scritto dei bei romanzi, è responsabile della Comunicazione del Touring Club Italiano.
Oggi invece tocca a me. E all’email.
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2 Dicembre 2009
Gentile Luisa Carrada,
Consiglio di leggere i commenti sull’articolo che lei ci hai indicato. Quelli sì sono una vera lezione, ma non di giornalismo, bensì di ipocrisia: perchè è facile, di fronte alle domande preparata dal giornalista dare risposte brillanti, predicare uno stile "pacifico e non aggressivo".
Poi però, di fronte all’incognita dei commenti, è difficile nascondere il proprio pensiero: ed allora emerge l’immagine di una persona piena di sè, che dà giudizi sommari e a dir poco superficiali, che tratta il "popolino" di studenti in scienze della comunicaizone e aspiranti "comunicatori" per quello che vale: niente!
Questo il ritratto di una "Maria Antonietta" dei nostri giorni: perchè dire "diamo le Brioches al popolino affamato", non è solo una frase offensiva ma soprattutto è la prova di una persona incapace a comprendere e giudicare i problemi di chi la circonda.
Un cordiale saluto
D’altra parte, l’intervista inizia con l’affermazione "non sono una scrittrice": ed è vero, perchè lo scrittore, prima di essere un grande comunicatore, è una persona che comprende il mondo che lo circonda.
Gentile Luisa,
sarebbe interessante sapere cosa ne pensi della discussione sopra citata.
Questo il mio commento (per ora non pubblicato: vedremo nel futuro come andrà).
Cara Valentina,
E’ stato difficile scrivere questo messaggio. Non tanto lo scriverlo in sé , quanto ripensare ai commenti che avevo appena letto, alle mistificazioni che sono state dette, alle sbruffonate e spavaldire che rasentano il vergognoso e il ridicolo. Ancora di più se scritte da chi vanta una grande carriera, professionale o giornalistica che sia, e nonostante questo non abbia ancora imparato la più semplice delle lezioni: l’umiltà.
Non ti preoccupare Valentina: sei cento volte loro e consolati, anche il lettore più distratto lo riconosce a vista d’occhio.
Il canale del sole 24 sarà pure aperto – ed è il minimo per stare nel web, aggiungo io – ma questo non significa che i suoi giornalisti possano abbandonarsi ai peggiori comportamenti. Perché l’autorevolezza degli “anta” non consiste certo nel deridere una studentessa che sta terminando i suoi studi, una derisione cinica e atroce, ancora più crudele se si pensa che viene da una professionista “affermata”, che rifiuta di capire i pensieri e la situazione di una persona molto più svantaggiata di lei. Sarebbe difficile crederlo, non fosse tutto scritto nero su bianco.
Ma la giornalista del sole 24 ore è in un buona compagnia. L’intervistata infatti ci dice che “non mi piace essere chiamata scrittrice, mi sento a disagio”. Ed ha perfettamente ragione, perché lei, nonostante i suoi 5 libri, non è una scrittrice. Perché uno scrittore, prima di essere un buon comunicatore, è in grado di comprendere il mondo in cui vive, il senso di quanto accade, i pensieri di chi lo circonda. E i commenti che ho letto mi sembra dimostrino proprio il contrario.
Perché ci sono voluti 20 commenti per chiedersi come mai SdC non è in grado di sfornare persone competenti. Questo nonostante nel messaggio iniziale – il terzo – abbia avuto il coraggio di affermare che “tendo ad esprimere pareri solo su ciò che conosco bene”. Eppure, mi sembra di capire, lei non conosce tanto bene i motivi di questa situazione. Forse in quanto scrittrice, doveva chiederseli prima di impantanarsi in una simile discussione.
Cara Valentina,
in questa discussione si parla spesso di maestri, un po’ come si parla di biscottini con il the delle cinque. Bene, per me l’unica maestra sei tu Valentina: una persona sincera e diretta che ha saputo difendersi non da una voce, ma ben due tra le migliori “comunicatrici” che la nostra epoca ci ha donato.
Hai problemi con il lavoro?
Beh consolati: se fossimo in mondo onesto se ne dovrebbero liberare due di posti, seduta stante.
Perché se fossi il direttore del sole 24 ore, licenzierei in tronco la giornalista che ha scritto questi commenti: non si può trattare con arroganza i propri lettori, che poi sono quelli che finanziano il giornale stesso.
E se fossi il direttore del Touring, avrei parecchi dubbi ad affidare l’immagine dell’azienda ad una persona che non è riuscita a gestire una discussione che tutto sommato poteva essere risolta con toni molto più gentili.
Consoliamoci che tra un po’, cercando i loro nomi su internet verrà fuori questa discussione.
Un caro saluto
Lorenz