Sul sito del Guardian questo fine settimana c’era un’altra delizia, almeno per me e per i fan di Maj Sjöwall and Per Wahlöö. In Italia non saremo tanti quanti i fan di Stieg Larsson, ma un buon numero sì, visto che Sellerio da un paio d’anni sta ripubblicando i dieci romanzi polizieschi di questi due compagni di penna e di vita.
Sposati, entrambi giornalisti, scrissero i loro romanzi di sera, dopo aver cenato e aver messo a letto i figli. Li progettavano minuziosamente insieme, ne scrivevano un capitolo per uno e poi ognuno correggeva il lavoro dell’altro.
Un romanzo l’anno, da Roseanna a I terroristi del 1975, quando il marito Per muore.
Sono libri in cui non succede molto, senza grandi colpi di teatro, con tanti nomi di luoghi impossibili da pronunciare, con investigatori che sono persone normalissime, pervasi da una scoperta e feroce critica alla società e alle istituzioni della Svezia solo apparentemente felice degli anni sessanta. Ma sono libri bellissimi, che sto centellinando, perché so che ne ho a disposizione solo dieci.
Mi piacciono tanto sia il commissiario Adamsberg che i tre giovani storici strampalati della Vargas, così come ho una passione per Pedra Delicado di Alicia Gimenez Bartlett, ma se c’è un investigatore che mi ha fatto davvero innamorare è il malinconico e umanissimo capo della omicidi di Stoccolma: Martin Beck.
Sul Guardian una lunghissima intervista alla settantaquattrenne Maj Sjöwall, the queen of crime.
Ho appena visto in libreria un volume di sellerio con tre romanzi dei due giallisti: è anche tattilmente intrigante, del bel blu sellerio, con tre piccole immagini, ma con una copertina liscia, cremosa, direi, che si discosta dalla solita rugosa brossura. Per me, una feticista dei libri, oltre alla sua descrizione, cara Luisa, non c’è miglior incentivo di un corpo "libresco" così charmant. grazie per l’indicazione (questa e tutte le altre che leggo sempre con grande gusto!)