Nancy Duarte recensisce nel suo ultimo post il libro di Carmine Gallo The presentation secrets of Steve Jobs.
Nessuno quanto il presidente di Apple è riuscito a fare del lancio di un prodotto quasi una forma d’arte.
Nelle sue slide Jobs di parole ne mette proprio pochine, ma è noto quanto quelle poche parole siano scelte, limate, riconsiderate e poi “declamate” con cura ossessiva. Quando si indicano a esempio le presentazioni di Jobs tante persone fanno spallucce e dicono che sì, le presentazioni con le slide rarefatte sono bellissime ma improponibili “nel nostro contesto”.
Ovvio che non se ne può riproporre lo stile tout court – ognuno ha il suo stile di presentazione, e le slide devono rifletterlo -, ma io sono convinta che siano invece dense di lezioni per migliorare di molto anche le nostre presentazioni di tutti i giorni quando dobbiamo raccontare un progetto al capo, una nuova idea ai colleghi, un prodotto a un cliente.
Di queste lezioni è fatto il libro di Gallo, che ha analizzato le presentazioni e lo stile di Jobs nei minimi dettagli.
La Duarte ne presenta parecchi gustosi assaggi e così l’articolo di Businessweek che linka dal post. Vi trovate anche un video, ma soprattutto un bellissimo slideshow in cui a ognuna delle quindici immagini corrisponde una lezione da applicare. Eccole, in sintesi:
Una presentazione efficace è a suo modo uno spettacolo.
Prima di mettere mano al powerpoint, studiarne l’andamento, immaginare la struttura, scegliere le immagini, le metafore, le parole chiave.
Puntate sui vantaggi di un prodotto, un progetto, un’idea.
A nessuno interessa come siamo stati bravi, ma solo come possiamo aiutarli a migliorare la propria vita.
Non vendete prodotti, vendete sogni.
Spingete l’immaginazione oltre il prodotto e raccontate quello che si vede.
Scrivete frasi e titoli non più lunghi di un tweet.
140 battute bastano per posizionare un prodotto. Tutto il resto lo racconta l’oratore.
Trovatevi un antagonista.
In ogni buona storia, l’eroe ne ha sempre uno. Apple ha avuto prima IBM, poi Microsoft.
Delineate il percorso all’inizio della presentazione.
Al suo rientro lo scorso settembre, Jobs ha esordito così: “Oggi vi parlerò di tre prodotti: iPhones, iTunes, and iPods”.
Sulle slide combinate parole e immagini.
Immagini forti e semplici. Poche parole: Jobs ne usa al massimo dieci.
Ogni dieci minuti, cambiate ritmo.
Anche con l’oratore più brillante, l’attenzione cala dopo dieci minuti. Introducete un video, un dato eclatante, invitate qualcuno a parlare con voi.
Esaltate i numeri.
Non annegate in una slide densa di testo i numeri più significativi. Tirateli fuori, grandi, anche soli in una slide.
Usate un linguaggio semplice e diretto.
Non parlate come una brochure, usate le parole con cui parlate tutti i giorni, anche con piccole eccentricità tutte vostre.
Condividete il palcoscenico.
Lasciate la parola anche a vostri collaboratori o a chi presenta con un altro punto di vista.
Fatevi aiutare dagli oggetti.
Nel 1984, Jobs si presentò con una sacca nera, tirò fuori il Macintosh, poi un dischetto, lo inserì e se ne andò mentre il computer prendeva vita.
Preparate un piccolo colpo di scena.
Sarà il momento che tutti ricorderanno. Il MacBook Air è uscito da una busta per posta interna: quale modo migliore per mostrarne la sottigliezza?
Provare, tante volte.
La naturalezza di Jobs è frutto di mille prove. Ogni slide è scritta con cura, ogni presentazione è una esperienza teatrale.
Vestitevi bene.
I jeansacci scoloriti e il maglione nero se li può permettere solo Jobs. Voi non siete ancora a quel punto.
Un’ultima cosa: divertitevi.
Non c’è modo migliore per appassionare chi vi ascolta.
PS Quando avrò letto il libro, saprò dirvi di più.
Questa è un elenco da appuntare sulla lavagna personale.
Anche l’ultimo punto della lista: divertitevi!
Da quando, Luisa, grazie a "presentation zen", ai blog sull’argomento (e ovviamente a te) ho messo a punto (o meglio lo sto facendo) presentazioni più visive e personali…beh mi diverto molto di più.
Buon sabato sera! Mariella