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25 Ottobre 2009

Venice Sessions

Credo che valga la pena di ascoltare almeno alcuni interventi delle Venice Sessions. Per quanto mi riguarda, comincio con David Weinberger e Alessandro Baricco.

PS Scorrendo l’intera rassegna degli oratori mi sono trovata inaspettatamente davanti una parata di maschi, così mi sono messa a contare i generi con santa pazienza: su 87, 15 donne.

0 risposte a “Venice Sessions”

  1. Quando ho cominciato a studiare ingegneria informatica, mi sono messo a contare con santa pazienza e le ragazze erano 2 (due) su circa 300.

    Mi sembra che ne abbiate fatti di passi nelle praterie una volta riserva dei maschi!!!

    Gianluca

  2. Chissà perché alle donne non sorge mai il sospetto che siano non solo le prime vittime, ma innanzitutto le prime responsabili della loro discriminazione. Eppure, di modelli positivi a cui fare riferimento ne avrebbero tanti, e vi do una notizia, al riguardo: la Bellisario non è tra quelli.

  3. …da ToscanaLab al Festival della Creatività sempre la stessa storia. Unica eccezione un evento organizzato dalla Donne imprenditrici della CCIAA di Lucca. Della serie ci dobbiamo organizzare un evento per noi…eppure come ha detto giustamente Fausta Pavesio (cercatela su FB, Linkedin è ovunque): "le donne già multitasking per natura sanno utilizzare al meglio gli strumenti web 2.0…"
    Che sia anche una Gender Revolution?

  4. Purtroppo gli interventi delle signere alle cosiddette Venice Sessions sono talmente noiosi da avere un effetto soporifero (al pari di molti dei signori presenti).

    Perché cominciare con il ripetitivo Weinberg e il banale Barrico, quando si può invece ascoltare David P. Reed e Tim Berners-Lee, molto più stimolanti?

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