Ultimamente mi sono occupata parecchio di testo sulle slide, anche perché io stessa di slide ne preparo delle vagonate. Prima la consideravo un’incombenza indispensabile ma noiosa, ora mi ci diverto moltissimo.
Il formato “paesaggio” mi sembra sempre più un terreno interessante per sperimentare le mille sfaccettature dell’unione tra parole e immagini, forme delle lettere e colori. Con immagini che aiutano le parole, e parole che diventano immagini.
Sulle slide applichi tutte le buone indicazioni di base della scrittura professionale: la sintesi, i titoli e i sottotitoli, la formattazione, la ricerca della parola precisa, l’ordine corretto delle informazioni “dalla parte di chi legge” o in questo caso di chi ascolta. Solo che lo si fa in un formato diverso dall’A4 verticale: più spazioso, ma anche più chiuso, perché una slide non è una pagina che continua nell’altra. Nella slide metti il punto ogni volta. E ogni volta ricominci.
Se la presentazione non è il gobbo per chi parla, ma un supporto visivo che aiuta a capire e ricordare meglio quello che si ascolta, allora si può davvero spaziare, inventare e giocare con quella cosa preziosissima ma spesso uccisa dagli standard delle presentazioni aziendali che è la sorpresa.
Se devi mettere per forza l’indice all’inizio e il numero in ogni pagina, se il testo deve avere per forza il bullet, l’effetto noia è abbastanza garantito.
Eppure i bravi come Garr Reynolds e Nancy Duarte i segreti di una presentazione efficace ce li hanno svelati uno per uno.
A me hanno insegnato moltissimo e hanno cambiato radicalmente il mio modo di scrivere le slide. L’altra vera scuola è Slideshare, dove vedo presentazioni meravigliose e presentazioni tremende. Qualche giorno fa sono stati pubblicati i risultati del contest delle migliori presentazioni dell’anno: ha vinto American Health Care di Dan Roam, l’autore di The back of the napkin.
Ho letto il libro e ne ho anche parlato in questo blog: non mi entusiasmò ma devo dire che la commistione tra disegni e testo nelle slide funziona per spiegare il punto di vista dell’autore sulla riforma sanitaria di Obama.
Mi permetto di segnalare Prezi (www.prezi.com), nuovo concetto di presentazione.
Bellissimo il sito di Nancy Duarte .
La parola "standard" ultimamente mi infastidisce parecchio: suona troppo come "paletto", in senso negativo. In azienda è davvero troppo abusata: "abbiamo i nostri standard da rispettare".
Soprattutto: chi li stabilisce questi benedetti standard? non si può stabilirne di nuovi?
[…] Scritture formato paesaggio […]