Forse la felicità, come la pace o la passione, arriva soprattutto quando non la cerchi.
Se preferite la libertà alla sicurezza, se state più comodi in una stanza piccola che in una grande e trovate che la felicità consista nel far corrispondere i desideri alle necessità, allora non è correndo come pazzi che troverete la gioia.
Solo poche righe dall’articolo Meglio qui che altrove, di Pico Iyer, che apre il numero speciale di agosto di Internazionale dedicato al viaggio. L’originale in inglese, The joy of less, lo ha pubblicato in giugno il New York Times.
Iyer è uno dei più bravi scrittori di viaggio contemporanei.
Consiglio: unite alla lettura dell’articolo di Iyer la visione dei venti minuti di conferenza di Matthieu Ricard sul sito di TED.
Ricard è un biologo, monaco buddista, scrittore e fotografo.
l’Internazionale di questa settimana è un gioiello 🙂
bellissimo… e verissimo (ma tutt’altro che levissimo). Anche io sto lottando perchè questo si avveri, nella mia vita. 🙂
serendipità?
è un adattamento dall’inglese, giusto?
ho sempre paura di essermi perso qualcosa
Sto leggendo il numero di Internazionale dedicato al viaggio: bello e sano…
Grazie Luisa.
Simonetta
Devo leggerlo!
grazie!
Ciao!
Ho trovato casualmente il tuo sito ed è stata decisamente una bella scoperta!Anch’io adoro scrivere:quando ho un po di tempo,lo faccio volentieri. Ti andrebbe uno scambio link,cosi ti ho sempre a portata di mouse?;-)
A presto,spero,e buone vacanze!
Ale.
la felicità è bastarda, si fa riconoscere sempre di spalle.
[…] nome magico: Pico Iyer, scrittore di viaggi di cui un paio di estati fa avevo letto un bellissimo articolo sul New York Times. Anche oggi dietro il link c’era un articolo che Iyer deve aver scritto […]