Tra le novità di questo Zingarelli 2010 spicca l’apertura a un cospicuo patrimonio di belle parole “da salvare”. Contrassegnate da un’icona di una semplicità elementare ma dal profondo valore simbolico, un fiore, ♣, – cosa c’è di più struggente e disarmante? –, sono quelle tante, preziose parole dell’italiano delle quali può sfuggire a molti il senso e di cui si deve tuttavia dire: “eppur ci sono”. Profumate in molti casi d’antico, non saranno proprie dell’uso corrente o correntissimo ma sono pronte a prestare la loro opera per chiunque voglia ancora disporne: parole carezzevoli e degne di rispetto, che valgono un nodo al fazzoletto perché non siano spedite in soffitta prima del tempo. (Tratto dall’Osservatorio della lingua italiana di Massimo Arcangeli)
Dalla “parola del giorno” Zanichelli di questa mattina.
Più parole conosciamo, più articolati e sfumati riescono a essere i nostri pensieri 😉
Osservando anche i commenti di questo blog negli anni mi sono accorta – prima con un certo stupore, ma ora comincio a farci caso – che spesso le incomprensioni nascono dal fatto che le persone non conoscono il significato preciso delle parole. E magari se la prendono quando non ce n’è alcun motivo.
🙂 monica
Cara Luisa, ti segnalo un blog che sto curando e che si chiama “Dizionario delle parole perdute” http://dizionarioparoleperdute.splinder.com/ Un gruppo di persone rivivono parole ormai desuete attraverso i loro ricordi autobiografici. Ogni lemma è descritto, non tanto, come nello Zingarelli, dal significato, quanto dei ricordi che ciascuno ritrova in quella, e non in un’altra, parola. Le persone che collaborano sono tutte legate alla Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, una associazione che da 10 anni lavora sulla formazione per la cultura della memoria. Il sito della Lua è http://www.lua.it
Ciao, Ada
beh che dire… un plauso allo Zingarelli che nell’edizione 2009 ho notato riporta anche l’anno in cui si fece per la prima volta uso del vocabolo. Purtroppo la lingua italiana, tra il parlato quotidiano sgrammaticato, le storpiature dettate dalla rete e dagli sms e gli inglesismi sta sempre più segnando il suo declino: ci rimarranno solo le parole di uso comune mentre quelle desuete finiranno nel dimenticatoio. Ben venga quindi il lavoro dello Zingarelli e la ri-scoperta dei vocaboli perduti.
Paola
davvero una bella cosa, speriamo si riescano davvero a salvare, in qualche modo… 🙂
BELLO! da qualche tempo ogni mattina mentre attendo che “salga il caffè”, un po’ assonnata , apro a caso il vocabolario rosso poggiato sul tavolo e punto il dito su una parola… Lei, “le mot du jour”: la leggo, la ascolto, la gusto assieme al caffè, rigorosamente amaro nero e lungo.
una parola al giorno ci salverà la vita. forse…e salverà la vita a loro…
:O)
i nostri pensieri, sono d’accordo, sarebbero più articolati e sfumati, come tu scrivi,
ma non per forza!
conoscere molte parole e meglio può anche renderli meno sfumati ma più precisi, ….
a volte proprio l’uso di vocaboli non adatti li sfuma quando non si vorrebbe che ciò accada. cosa ne pensi?
a presto
marta
bella iniziativa
[…] Oggi il Corriere della Sera pubblica un articolo di Paolo Foschini sulle 2.800 parole da salvare del Vocabolario Zingarelli 2010, un’iniziativa che ho segnalato qualche post fa. […]